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Riforme, solo tre voti in una giornata. Pd a Grasso: ''Avanti con questo ritmo?''

Al Senato oltre 900 richieste di voto segreto. Presidente Grasso: ''Caso senza precedenti, ammesso solo su funzioni delle Camere e minoranze linguistiche''. Vendola apre su emendamenti: ''Se c'è buona volontà del Governo, valuteremo''. Renzi: ''Scherzetti non ci fermeranno'' /VIDEO Napolitano in pressing sulle Riforme: ''Non si agitino spettri autoritari'' /VIDEO

 FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO - INFOPHOTO
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23 luglio 2014 | 13.53
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Tre votazioni in una giornata, seduta aggiornata alle 9.30 di giovedì, e un diluvio di richieste di voto segreto che, in parte, hanno incassato il via libera del presidente Pietro Grasso. Al Senato va avanti a rilento il ddl di riforma costituzionale, approdato in aula lunedì con un carico di 8000 emendamenti. Un andamento lento che provoca malumori nel Pd tanto che il capogruppo Luigi Zanda chiede polemicamente al presidente di Palazzo Madama, critico nei mesi scorsi sulla riforma del Senato, se si ha intenzione di andare avanti ''con questo ritmo''.

ZANDA CONTRO GRASSO - "Se non ho avvertito male, il presidente Grasso aveva fatto cenno a poteri di coordinamento della Presidenza di cui non conosco bene l'estensione - dice in aula Zanda - e quindi vorrei chiedere al Presidente se può informare me e l'aula in che cosa consistono o se dobbiamo procedere ancora con questo ritmo di lavori ancora per il tempo necessario. Perché discutere un'ora e mezza per votare un emendamento ad un provvedimento su cui gravano 8000 emendamenti mi sembra che ci stia indicando molto sul nostro futuro".

VOTO SEGRETO - ''Sono 920 le richieste di voto segreto, un caso senza precedenti nella prassi parlamentare'', ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, che nel pomeriggio sarà ricevuto al Quirinale. Grasso ha ammesso lo scrutinio segreto - alla luce dell'art.113 del Regolamento del Senato, ha voluto specificare - ''sui soli emendamenti riferiti alle funzioni delle Camere" e laddove si faccia riferimento alla tutela delle minoranze linguistiche. Il voto segreto, invece, non è stato ammesso per le parti del ddl riforme relative al procedimento legislativo.

La decisione del presidente del Senato Pietro Grasso sull'ammissibilità del voto segreto su alcune parti della riforma della Costituzione ha spiazzato la maggioranza al Senato, che nella Giunta del Regolamento si era espressa chiaramente a favore del voto palese. Secondo quanto si apprende, infatti, lo stesso presidente del gruppo Pd, Luigi Zanda, non avrebbe nascosto la propria irritazione nei confronti della scelta di Grasso, ritenendo che il Regolamento non sia stato rispettato. "Il regolamento del Senato codifica rigidamente rarissimi casi in cui è ammissibile il voto segreto. Bisogna quindi guardarsi bene da interpretazioni forzate, artificiose e strumentali del Regolamento finalizzate solo a cercare franchi tiratori, sperando che, nel segreto dell'urna, si affondino le riforme di cui il Paese ha bisogno".

SEL APRE SU RITIRO EMENDAMENTI - Arriva intanto una disponibilità di Sel al ritiro delle migliaia di emendamenti presentati. ''Nel caso in cui ci fosse un cambio di atteggiamento da parte del governo, allora noi ovviamente ne trarremo le conseguenze", dice Nichi Vendola al termine dell'incontro al Quirinale con Napolitano. Nel merito Sel auspica una ''dimostrazione di buona volontà'' su due punti: il numero di firme per i referendum e quello per le leggi di iniziativa popolare. "Noi non stiamo sulle barricate per un'estetica dell'opposizione - dice ancora Vendola - Noi vogliamo mettere al riparo le riforme da qualunque rischio di bonapartismo''.

RENZI - Il treno delle riforme andrà avanti, assicura il premier Matteo Renzi. ''Non ci sarà nessun ostacolo che ci potrà fermare'' perché abbiamo la ''forza di undici milioni di italiani'', dice all'inaugurazione dell'A35 Brebemi. Forse ci potrà essere qualche ''rallentamento'' o con il ''voto segreto potranno farci qualche scherzetto ma poi torneremo alla Camera e risistemeremo tutto".

E "alla fine del percorso delle riforme l'Italia sarà messa nelle condizioni di tornare a correre". Renzi ribadisce che se ''non si fanno le riforme costituzionali e istituzionali non si sarà credibili per toccare altri temi come quelli del lavoro e del fisco".

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