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Il premier riparte da Ventotene: "Con Merkel e Hollande per una nuova Ue"

Il presidente del consiglio Matteo Renzi con il Presidente della Repubblica francese Hollande e la cancelliera Merkel
Il presidente del consiglio Matteo Renzi con il Presidente della Repubblica francese Hollande e la cancelliera Merkel
21 agosto 2016 | 21.45
LETTURA: 4 minuti

"Tutti gli italiani devono essere orgogliosi che domani, in un luogo simbolo di un grande ideale dell'Europa, la cancelliera Merkel e il presidente Hollande verranno per rilanciare dal basso l'Unione europea". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, che, ospite alla Versiliana alla vigilia del vertice di Ventotene, ha sottolineato: "Vi ricordate l'immagine di Sarkozy e della Merkel che sorridono? Ecco, oggi la situazione è cambiata, l'Italia è tornata nel gruppo di testa, l'Italia sta tra i paesi che decidono, però la partita è tutta da scrivere ancora... Probabilmente anche noi quando sorridevamo di Berlusconi abbiamo sbagliato E contemporaneamente dico che c'è grande bisogno che l'Italia tutta intera possa portare un suo contributo all'Ue". Quanto a portare a casa risultati, "non lo so, io ci sto provando. Due anni fa se parlavi di investimenti e lotta all'austerity si mettevano a ridere, oggi sono argomenti della gente, oggi quando si parla di investimenti in cultura, innovazione digitale... sembra qualcosa si muova".

Elezioni nel 2018 "comunque vada il referendum", ha poi assicurato il premier, rispondendo a una domanda di Paolo Del Debbio, e aprendo un'ampia pagina dedicata alla consultazione sulla riforma costituzionale e alle polemiche di questi giorni, a cominciare da quella con l'associazione partigiani.

Sì al confronto con l'Anpi sul referendum sulla riforma costituzionale. Renzi ha rivolto un invito al presidente dell'Associazione Carlo Smuraglia: "Sabato o domenica, decida lui, in una delle Feste dell'unità in Emilia Romagna: lo invito sul palco insieme a me per un confronto pacato, civile. Lui dice perché si deve votare no, io dico perché si deve votare sì, poi ci si dà un abbraccio e finisce lì".

"Non è voto su di me, ho sbagliato", ha sottolineato il presidente del Consiglio, aggiungendo: "è un referendum molto semplice: chi vota sì, vota per tagliare le poltrone, chi vota no si tiene il paese che ha ora...". Insomma, "la democrazia non è sotto assedio se vince il sì...", così come è legittimo sostenere e votare no, ma i parlamentari "che sostengono il no stanno difendendo le loro poltrone, i loro rimborsi".

Quindi l'affondo su D'Alema. "Se vuole fare la battaglia per difendere i posti e magari tornare in parlamento auguri, ma non si utilizzi il referendum per cercare la rivincita al congresso che si farà". E ancora: "Se avesse messo lo stesso impegno per combattere Berlusconi... Del resto D'Alema sta in compagnia di Berlusconi a votare per il No".

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