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Prescrizione, alta tensione M5S-Pd

Di Maio: "Dal 2020 nostra riforma diventa legge". Di Battista: "Ha ragione". Marcucci: "Forse non ha capito la gravità della situazione" Bonafede: "Al Pd chiedo lealtà"

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04 dicembre 2019 | 10.17
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Alta tensione nel governo sulla prescrizione. "La nostra riforma" sulla prescrizione "dal primo gennaio diventa legge, su questo non discutiamo. Se il Pd poi vuole votare una legge con Salvini e Berlusconi per far ritornare la prescrizione come era ideata da Berlusconi, sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà", dice Luigi Di Maio in un'intervista al Giornale Radio Rai.

"Ha ragione Luigi, la norma che blocca la prescrizione entrerà in vigore il 1 gennaio. Punto. Se poi il Pd, con Salvini, Meloni, Berlusconi e Renzi dovesse bloccarla se ne assumerà le responsabilità. Io non credo che questo accadrà anche perché se si andasse al voto anticipato molti renziani resterebbero a casa (dentro e fuori il Pd), senza immunità parlamentare, a rischio intercettazioni e, mai come oggi, questo non gli conviene". Lo scrive in un lungo post su Facebook Alessandro Di Battista, schierandosi con Luigi Di Maio.

"Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro. Non si può accettare una norma anticostituzionale come il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono diverse soluzioni tecniche da affrontare ora, consiglio al capo del M5S di smetterla con le provocazioni". Lo sottolinea il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci.''Ho l'impressione che sulla prescrizione si stia tirando troppo la corda'', scrive su Twitter Alessia Morani (Pd), sottosegretaria allo Sviluppo economico.

Dal canto suo, in un'intervista al Messaggero, Matteo Renzi afferma: "Se non ci sarà accordo voteremo il ddl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla Giustizia del mio governo. Bonafede può cambiare la sua legge, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee".

"La prescrizione col primo grado di giudizio è una soluzione assolutamente sostenibile, ma sicuramente va corredata con misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo. Ci stiamo già lavorando. La nuova legge sulla prescrizione varrà per i reati commessi dal primo gennaio in poi. Per arrivare al processo di primo grado ci vorranno, stando stretti, due anni. Avremo tutto il tempo per elaborare misure a favore di un sistema equilibrato. Noi vogliamo assoluzione e condanna, e non più prescrizione", ha detto nela frattempo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in colloqui con vari quotidiani italiani.

Ieri l'aula della Camera ha respinto la richiesta di esaminare con urgenza la pdl Costa, la proposta di legge di Forza Italia che punta a bloccare l'entrata in vigore, il primo gennaio prossimo, della riforma della prescrizione. Si sono schierati per il no M5S, Pd e Leu, per il sì tutto il centrodestra. Italia Viva ha deciso di non partecipare al voto. "Rivendichiamo l'idea di una politica non urlata o egoista e oggi sul tema della prescrizione il Pd si è confermato forza leale con la maggioranza - aveva scritto in una nota il segretario Pd, Nicola Zingaretti - Ma, come abbiamo sempre detto, riteniamo inaccettabile l'entrata in vigore delle norme sulla prescrizione senza garanzie sulle durate dei processi".

Per quanto riguarda il comportamento dei deputati di Italia Viva, a chi l’ha potuto sentire, il ministro della Giustizia Bonafede ha detto: “Ognuno fa le sue scelte, le nostre sono chiare da sempre”. Quanto all’istanza manifestata dal Pd sulla presentazione di una propria proposta se non si riuscisse a trovare un accordo in maggioranza, il ministro della Giustizia ha manifestato lo stesso scetticismo già mostrato al vertice di maggioranza, perché di fatto si tratterebbe di un enorme passo indietro “mentre siamo a pochi passi da una svolta”. Con quella proposta, infatti, invece che far prescrivere i reati, si fanno prescrivere i processi e, quindi, rispetto al tema della prescrizione, si tornerebbe al punto di partenza.

"Arriveremo anche ad alzare i toni se non sarà calendarizzata la discussione della mia proposta di legge. Il presidente Fico si faccia garante dei diritti dell'opposizione", ha detto il deputato di Forza Italia, Enrico Costa, aggiungendo: "In commissione è in atto un'azione dilatoria, da un mese siamo fermi ad ascoltare audizioni, il presidente della commissione ne ha calendarizzato due a settimana, interessanti ma ripetitive di quelle già svolte sulla spazzacorrotti, audizioni chieste dalla maggioranza''. Il presidente della Camera, ha ribadito, ''si faccia garante del nostro diritto a vedere discussa la proposta, non è possibile che le proposte della maggioranza vadano avanti con l'acceleratore e quelle dell'opposizione con il freno tirato''.

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