"La magistratura è libera di disapplicare una legge del governo e il governo è libero di dire che non è d’accordo"
Quella delle migrazioni è "una situazione esplosiva" e "il governo dei flussi migratori diventa molto difficile". Le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ribadiscono la preoccupazione dell'esecutivo.
“Non c’è nessuno scontro con la magistratura, lo voglio ribadire anche questa volta", dice la premier a margine del Festival delle Regioni, tornando sulla decisione della giudice di Catania sui migranti. "Semplicemente - osserva - la magistratura è libera di disapplicare una legge del governo e il governo è libero di dire che non è d’accordo perché a me la motivazione con la quale si rimette in libertà un immigrato irregolare già destinatario di un provvedimento di espulsione dicendo che le sue caratteristiche fisiche sarebbero quelle che i cercatori d’oro in Tunisia considerano buone per il loro interesse mi pare francamente una motivazione molto particolare”.
“Dico quello che penso, ognuno ha l’autonomia di pensiero, io ho il mio ma non è uno scontro. E' un tema che riguarda una sentenza specifica ma l’interpretazione di un attacco alla magistratura mi fa molto riflettere perché penso di avere anche io il diritto a dire che non sono d’accordo se viene disapplicata una legge del governo”, aggiunge.
Dal Consiglio europeo informale di Granada “mi aspetto dei passi avanti, ci stiamo lavorando ogni giorno - dice poi Meloni - Ho trovato un ottimo clima durante l’incontro del Med9 a Malta ma anche con gli altri colleghi stiamo dialogando e credo che sul tema del lavoro che va fatto per fermare l’immigrazione illegale e lavorare sulla dimensione esterna ormai questa sia la lettura che si dà”. “Bisogna solamente essere molto concreti e questo è un lavoro quotidiano che non smettiamo di fare”, afferma ancora.
A 10 anni dal tragico naufragio di Lampedusa la premier dichiara: "Ricordiamo oggi con profonda commozione il tragico naufragio di Lampedusa di dieci anni fa, in cui persero la vita 368 persone. Da allora troppe tragedie si sono ripetute per raggiungere le coste d’Europa ed è nostro preciso dovere porre fine a questa continua strage, anche bloccando la partenza delle imbarcazioni di fortuna. L’impegno del Governo italiano per spezzare l’orrendo business della tratta degli esseri umani continuerà incessante, anche nel nome di tutte le vittime che hanno perso la vita in mare".