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Migranti, Cdm approva nuovo dl: regole più stringenti per Ong

Previste sanzioni e confisca delle navi. La bozza: "Transito e sosta navi ong solo per soccorsi"

Afp
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28 dicembre 2022 | 20.31
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Il Consiglio dei ministri, riunito a Palazzo Chigi, ha dato via libera al nuovo decreto sui migranti, con regole più stringenti anche per le ong e i soccorsi in mare. Le disposizioni, spiega il governo, "mirano a contemperare l’esigenza di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale in materia, con quella di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, in conformità alle previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay, del 1982". A tal fine, "si declinano le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali in materia di diritto del mare. Inoltre, si disciplinano più compiutamente gli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale, facendo salvo il principio di salvaguardia dell’incolumità delle persone presenti a bordo, senza far venire meno l’esercizio della potestà sanzionatoria rispetto alla commissione di illeciti".

Si compie quindi "una scelta a favore di un sistema sanzionatorio di natura amministrativa, in sostituzione del vigente sistema di natura penale; in tale quadro si prevedono, oltre alla sanzione pecuniaria, il fermo amministrativo della nave (contro il quale è ammesso ricorso al prefetto) e, in caso di reiterazione della condotta vietata, la confisca della stessa, preceduta dal sequestro cautelare. Analoghe sanzioni si prevedono qualora il comandante e l’armatore della nave non forniscano le informazioni richieste dall’autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformino alle indicazioni impartite da quest’ultima".

LA BOZZA - Secondo quanto si legge nella bozza del decreto immigrazione, le navi delle ong che effettuano salvataggi in mare devono richiedere "nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco" e "il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità" deve essere "raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso". E ancora: "Il transito e la sosta di navi nel mare territoriale sono comunque garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità".

Nei casi di violazione delle condizioni del provvedimento approvato dal cdm, si legge ancora, "si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000" e la "responsabilità" si estende in solido "all’armatore e al proprietario della nave". "Alla contestazione della violazione - si legge nella bozza del provvedimento - consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave utilizzata per commettere la violazione".

Inoltre, si sottolinea nella bozza, nel caso di "reiterazione della violazione commessa con l'utilizzo della stessa nave, si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave e l’organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare".

"Fuori dei casi in cui è stato adottato il provvedimento di divieto", precisa il provvedimento, "quando il comandante della nave o l’armatore non fornisce le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniforma alle indicazioni della medesima autorità, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 2.000 a euro 10.000".

"All'irrogazione delle sanzioni" provvede, spiega la bozza, "il prefetto territorialmente competente".

"La nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare" deve essere "in possesso dei requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione", si legge ancora. Inoltre secondo il provvedimento vanno "avviate tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale nel territorio dell’Unione europea e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità".

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