Il Refettorio Ambrosiano, servizio organizzato nel capoluogo lombardo dalla Caritas Ambrosiana e dalla Diocesi di Milano per dare da mangiare a chi è in difficoltà, "dimostra che l'accoglienza è possibile se non ci fosse chi mette benzina sul fuoco, creando ancora di più tensione e preoccupazione tra i cittadini quando le situazioni si possono gestire. Il vostro approccio condiviso con il quartiere è la chiave di volta di ogni situazione difficile".
Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini, prima di cenare con gli ospiti del Refettorio, parlando con il sindaco Giuliano Pisapia, il vicario episcopale monsignor Luca Bressan, il direttore di Caritas Ambrosiana don Roberto Davanzo e il vice Luciano Gualzetti, il parroco don Giuliano Savina.
La cena è stata preparata per gli ospiti dallo chef giapponese Yoshihiro Narisawa, che ha cucinato una zuppa di latte in stile giapponese come primo, un hamburger farcito con salsa Teríyaki a base di soia per secondo, un dessert fatto di pane secco intinto nel cioccolato, una macedonia guarnita con gelato, realizzati con prodotti destinati ad essere buttati via.
La presidente della Camera ha parlato anche dell'atteggiamento europeo sui profughi: "Dobbiamo capire che cosa è Europa - ha detto - la Commissione europea per la prima volta ha proposto di andare verso un asilo europeo; ora la palla passa agli Stati membri che dovranno avere l’ultima parola. Abbiamo la grande responsabilità di cogliere questa opportunità che la Commissione europea offre".
"Se gli Stati membri, o alcuni, non sceglieranno questa opzione, ci perdiamo tutti e rallentiamo il processo di integrazione politica", ha concluso la terza carica dello Stato. Sull'accoglienza la presidente Boldrini ha denunciato la strumentalizzazione politica ricordando che "sono arrivati nella nostra penisola 60mila migranti quest'anno su 8 mila comuni, sarebbero 7 migranti a comune".
"La presenza della terza carica dello Stato – ha detto Luciano Gualzetti - ci incoraggia a continuare il nostro impegno a favore delle persone più svantaggiate coniugando nel dialogo con le istituzioni le esigenze della sicurezza a quelle della solidarietà".