Ma c'è il rischio di un nuovo ricorso. L'avvocato Borrè: "Errare umano, perseverare suicida"
A quanto apprende l'Adnkronos da fonti M5S, in queste ore starebbe riprendendo quota l’ipotesi di fare subito una votazione per modificare lo statuto del Movimento 5 Stelle, senza eleggere prima il nuovo comitato di garanzia. Ipotesi che Beppe Grillo nei giorni scorsi aveva stoppato per timore di andare incontro a un nuovo ricorso, che il legale dei ricorrenti di Napoli, Lorenzo Borré, si era già detto pronto a intestarsi.
Ad oggi infatti, dopo lo stop del tribunale partenopeo, da statuto bisognerebbe votare nuovamente per eleggere i componenti del comitato di garanzia in quanto i vecchi membri -Vito Crimi, Giancarlo Cancelleri, Roberta Lombardi- avevano portato a termine il loro mandato, mentre i nuovi membri (Virginia Raggi, Roberto Fico e Luigi Di Maio, quest’ultimo dimessosi nei giorni scorsi) non sarebbero compatibili col vecchio statuto in quanto dovrebbero far parte dell’organo esclusivamente 'non eletti'.
"Incredibile: errare è umano, ma perseverare è politicamente suicida. E così facendo rischiano l'ennesimo deja vu giudiziario. Non comprendo questa coazione a insistere in pericolose forzature giuridiche, quando la strada indicata dallo statuto è piana, chiara e lineare: l'indizione delle consultazioni per la nomina dei nuovi componenti del comitato di garanzia". Lo dice all'Adnkronos Lorenzo Borrè, l'avvocato degli attivisti che hanno presentato il ricorso a Napoli contro il nuovo statuto del Movimento 5 Stelle e contro l'elezione di Giuseppe Conte alla guida del M5S, riguardo all'ipotesi.
"Esporre gli attuali componenti del Comitato di Garanzia, che sono incompatibili con l'esercizio delle funzioni statutarie per via della sopraggiunta reviviscenza delle vecchie disposizioni, al rischio di porre in essere atti nuovamente annullabili in via giudiziaria, mi sembra francamente incomprensibile", dice ancora il legale.