"Mi auguro non partecipi nessuno e, se ci dovessero essere gli estremi, che le autorità giudiziarie possano verificare". 'Pompieri' a lavoro, sventato passaggio Di Marzio al Misto
Matteo Salvini ha capito che "questo governo va avanti e ha deciso di aprire il mercato delle vacche: mi auguro che non partecipi nessuno". E' il monito arrivato dal leader del M5S Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a Tirana, a commento delle voci secondo le quali ci sarebbero alcuni parlamentari pentastellati pronti a passare con la Lega. "E' evidente che c'è un mercato delle vacche che la Lega sta portando avanti e mi auguro, se ci dovessero essere gli estremi, che le autorità giudiziarie possano verificare il tutto" ha aggiunto il capo politico M5S.
"So da agenzie che ci sarebbero voci di parlamentari che cambiano casacca e vanno nella Lega. Questa" per Di Maio "è la dimostrazione del fatto che quando Salvini ha capito che questo governo va avanti, vuole fare le riforme, vuole cambiare questo Paese, che il primo gennaio scatta la prescrizione che non piace al suo amico Berlusconi, che abbiamo fatto la legge anticorruzione, che stiamo per fare la riforma della giustizia, tutte le cose che lo preoccupano, ha deciso di aprire il mercato delle vacche". "Mi auguro - ha continuato il leader M5S - che non partecipi nessuno, ma è evidente che dalla Lega stiamo vedendo quello che provava a fare Berlusconi ai tempi di De Gregorio, non so ora con quali modalità".
GOVERNO - Riguardo all'esecutivo, "da gennaio serve un contratto di governo che stabilisca tempi e modalità per la realizzazione del resto del programma - ha detto Di Maio ai giornalisti - questo ci aiuterà a mettere questo governo sulla strada dei tre anni che dobbiamo portare avanti per arrivare alla fine della legislatura con dei risultati. Poi gli italiani ci giudicheranno".
"Siamo noi a chiedere un gesto concreto - ha risposto il ministro degli Esteri alla domanda su come il M5S intenda rispondere alla richiesta del Pd per un rilancio dell'azione dell'esecutivo - un cronoprogramma di tre anni con tutte le cose da fare e i tempi in cui farlo. E' molto importante questo, i cittadini devono avere il diritto di sapere da gennaio cosa vuole fare il governo e quando vuole farlo". Quindi ha rivendicato il via libera a una legge di bilancio che "evita l'aumento dell'Iva, elimina il superticket della sanità dal 2020, comincia a mettere mano al cuneo fiscale, con le persone che vedranno un netto un po' più bello rispetto alla tragedia di questi anni: stiamo facendo le cose che avevamo promesso e ovviamente siamo solo ai primi tre mesi scarsi di governo".
MES - Poi il Fondo salva Stati. "Mi aspetto che la risoluzione della maggioranza" sul Meccanismo europeo di stabilità "venga approvata al Senato dalla maggioranza" ha sottolineato il leader M5S. Finché i soldi degli italiani "non saranno sicuri al 100%, non firmerò" il trattato sul Mes, ha ribadito. "Avevo promesso che l'Italia non firmerà finché non sarà sicuro al 200% - ha ricordato Di Maio, parlando del Fondo salva Stati - finché i risparmi degli italiani, i soldi degli italiani che sono in quel meccanismo e che sono 14 miliardi di euro non saranno al sicuro al 100%".
"Per questo ci sarà un altro dibattito parlamentare a gennaio, aspettiamo altre riforme europee", ha rimarcato, rivendicando poi: "Stiamo facendo l'Italia che dovevamo fare tanto tempo fa, quando il governo di centrodestra, Berlusconi, Lega, Meloni, ci regalò il meccanismo di stabilità, che per fortuna non abbiamo utilizzato, ma che è stato usato in Grecia e abbiamo visto che danni ha fatto".
'POMPIERI' M5S A LAVORO - Al Senato i 'pompieri' M5S sono a lavoro, mentre cresce il malcontento nel gruppo e i rumors di imminenti addii. Tre i nomi dati ormai per persi, quelli di Stefano Lucidi, Ugo Grassi e Francesco Urraro. Così mentre in Aula si anima il dibattito sul Mes alla presenza del premier Giuseppe Conte, in Transatlantico e nei corridoi di Palazzo Madama si susseguono i conciliaboli per convincere i ribelli a restare nel gruppo e a non farsi tentare da altre 'sirene', in primis quelle della Lega.
Tra i 'pompieri' a lavoro, il senatore Gianluca Ferrara -protagonista di un fitto colloquio con Grassi durato circa mezz'ora - il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, ma anche il ministro dei Rapporti col Parlamento Federico D'Incà, che ha tentato di convincere Lucidi a restare, nonostante le critiche durissime mosse contro il Movimento nelle ultime ore. Tra i nomi che venivano considerati ormai prossimi all'addio c'è inoltre quello del senatore Luigi Di Marzio, dato, stando ai rumors, in arrivo al Misto. Ma l'operato dei mediatori avrebbe convinto Di Marzio a desistere. "Abbiamo sventato il suo passaggio al Misto", spiega una fonte grillina all'Adnkronos.