Casaleggio irremovibile
di Antonio Atte
Uno spettro si aggira per Montecitorio e Palazzo Madama e ha le sembianze di Alessandro Di Battista. Le parole dell'ex deputato romano fanno storcere il naso a una larga fetta della truppa parlamentare grillina che ha mal digerito le recenti sortite televisive di 'Dibba', impegnato nella presentazione della sua ultima fatica letteraria ('Politicamente scorretto', edito da Paper first). E c'è chi arriva a ipotizzare che le bordate dell'esponente grillino possano costargli un posto nella segreteria politica che il capo politico Luigi Di Maio sta provando a costruire.
Le dichiarazioni di Di Battista a Otto e Mezzo sulla deroga nel computo del limite dei due mandati per gli attuali parlamentari, in caso di fine imminente della legislatura, hanno l'effetto del classico sasso lanciato nello stagno ("così ha fatto felici tre quarti degli eletti", ironizza un big 5 Stelle) ma non trovano una sponda in Davide Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau e 'custode' delle regole del Movimento. Il figlio del co-fondatore del M5S non commenta la sortita di Di Battista ma dal suo entourage fanno notare che in più occasioni Casaleggio si è espresso con chiarezza sul tema e appare irremovibile. I due sabato prossimo si troveranno faccia a faccia a Catania per il Rousseau City Lab, incentrato questa volta sul tema del lavoro: la giornata si concluderà con un'intervista di Casaleggio a Di Battista e chissà che quella non possa rappresentare l'occasione per uno scambio di vedute sull'argomento.
Se da un lato Casaleggio fa muro, dall'altro l'idea di accantonare in caso di emergenza la regola dei due mandati inizia a far proseliti tra i parlamentari: "Questa norma secondo me dovrebbe essere in parte rivista", dice per esempio all'Adnkronos il deputato Davide Galantino, che osserva: "Si potrebbe fare un'eccezione solo per alcune figure chiave: portavoce che si sono contraddistinti per onestà intellettuale e che hanno maturato competenza nei vari settori che compongono l'apparato. Nel caso finisse oggi la legislatura il Movimento tornerebbe indietro nel tempo e la perdita di esperienza sarebbe enorme".
Ma il gelo tra l'ex deputato e gli attuali 'portavoce' resta: malumori che si trascinano dall'ultima assemblea congiunta di maggio. "In quell'occasione - dice un esponente del Movimento - Di Battista si è giocato male le sue carte: credo che lì molti abbiano capito che non era adatto, e oggi con le sue uscite peggiora la cosa".
Secondo uno dei grillini più navigati l'atteggiamento dell'ex parlamentare potrebbe mettere a rischio un suo possibile ingresso nella segreteria politica che dovrà affiancare Di Maio. L'accusa di essere diventati dei "burocrati" non è andata giù: "Non puoi venire qui, dopo che hai pensato alla tua vita, e pensare che tutto sia uguale. Ci sono altri che hanno sacrificato tutto e che non vogliono sentirsi fare la morale". In molti poi, racconta un eletto, non digeriscono il fatto che 'Dibba' abbia sottoscritto un contratto con la casa editrice del 'Fatto Quotidiano' "e che debba 'usare' il M5S per vendere libri".
Le critiche rivolte a Matteo Salvini sono state subito rispedite al mittente dal diretto interessato. "Lo invidio, sta passando i suoi mesi in giro per il mondo pagato per dar lezioni al prossimo. Ci sono tanti parlamentari e ministri M5S che lavorano e io preferisco parlare con loro non con i chiacchieroni tropicali a pagamento", è la replica a muso duro di Salvini a Di Battista, che lo aveva accusato di voler far cadere il governo. "E' triste dirlo, ma ha ragione Salvini - arriva a dire un grillino di spicco - e la maggior parte del gruppo la pensa allo stesso modo".