Da Puskin a Dostoevskij, passando per Jonas. Sono tante le citazioni del premier Giuseppe Conte nel suo discorso di insediamento al Senato per ottenere la fiducia al governo giallo-verde. Si comincia con i due scrittori e drammaturghi russi quando il neo presidente del Consiglio parla di "vecchie e nuove categorie politiche".
"Se populismo è l'attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente - ha detto Conte - prendo spunto da riflessioni di Dostoevskij tratte dalle pagine di Puskin, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema , che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni".
Poi è la volta del tedesco Hans Jonas, tirato in ballo da Conte in riferimento al contratto di governo. "La politica - ha rimarcato il premier - perde di vista il principio di responsabilità, che impone di agire, come il filosofo Jonas invitava a considerare, non solo guardando al bisogno immediato, che rischia di tramutarsi in mero tornaconto, ma progettando anche la società che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti".
Nel passaggio dedicato al capitolo giustizia, Conte ha ricordato il sociologo tedesco Ulrich Beck : "il vero pericolo è 'la minaccia di non invasione da parte degli investitori, oppure la loro partenza'". Ultima citazione, sulla riforma tributaria, è quella di Kotler: "occorre ripensare il capitalismo".