L'ex premier torna professore a Firenze con una lectio magistralis
"L’emergenza che stiamo vivendo è, oggettivamente, la sfida più severa e pervasiva che il nostro Paese è chiamato ad affrontare dal secondo dopoguerra ad oggi". L'ex premier Giuseppe Conte si è espresso così in un passaggio della lectio magistralis alla scuola di Giurisprudenza dell'università degli Studi di Firenze, dove oggi è tornato per la sua prima lezione dopo l'addio a Palazzo Chigi.
"Tutti gli aspetti della vita pubblica e privata, tutti i gangli fondamentali del nostro sistema di vita, tutte le attività individuali e collettive, le discipline che le regolano, le arti che le orientano, la politica, il diritto, l’economia, la cultura, hanno subito, per effetto della pandemia, un profondo sconvolgimento. Ogni decisione che i governi sono stati chiamati ad assumere ha assunto i connotati di una 'scelta tragica', per richiamare un’espressione evocata da un celebre giurista contemporaneo, Guido Calabresi. Ogni decisione assunta ha avuto una portata diretta e incidente sulla vita e sulla salute dei cittadini, ed è risultata suscettibile di condizionare anche il futuro della nostre comunità", ha detto Conte
"Con lo scorrere del tempo, uscendo dall’orizzonte fortemente condizionante della cronaca ed entrando nella dimensione ampia e dilatata della storia, saranno possibili bilanci esaustivi e valutazioni ponderate", ha rimarcato prima di "ripercorrere con voi alcuni momenti della pandemia, senza pretese di esaustività. Non intendo entrare in valutazioni di merito rispetto alle varie decisioni che sono state assunte. Il significato di queste riflessioni è segnalare alcuni passaggi particolarmente complessi e le modalità attraverso cui sono state assunte talune fondamentali scelte, ricavandone alcune lezioni che proverò a proiettare nella dimensione europea e internazionale. Potrei definirle 'lezioni a futura memoria', confidando che, con voi e attraverso voi giovani, come ammoniva Leonardo Sciascia, la 'memoria abbia un futuro'".