I contatti e i colloqui bilaterali tra i 'pontieri' in campo non avrebbero prodotto passi avanti. Anzi
A sera il barometro della trattativa segna negativo. A quanto apprende l'Adnkronos, i contatti e i colloqui bilaterali tra i 'pontieri' in campo non avrebbero prodotto passi avanti. Anzi. In particolare, da ambienti renziani, si stigmatizza un irrigidimento dei 5 Stelle che hanno affidato al capo politico Vito Crimi la gestione delle trattative. La situazione si è incartata e, si spiega, "in queste condizioni non ci sono le premesse" per un incontro tra i big in serata, come si era ipotizzato stamattina.
L'accusa rivolta ai grillini è quella di un arroccamento nella difesa dello status quo ovvero delle postazioni di governo del Conte 2. "Noi non siamo ostili al Conte ter -si dice in Iv- ma i 5 Stelle non possono pensare di lasciare tutto com'era. Serve discontinuità". E le condizioni poste da M5S sono giudicate irricevibili. A partire da quella di tenere Alfonso Bonafede alla Giustizia per finire con la Catalfo al Lavoro pure considerata intoccabile.
Un irrigidimento che ci sarebbe stato anche al tavolo del programma a Montecitorio. "Abbiamo sentito solo no. No al Mes, no alla Tav... solo no". Un muro. "Tatticismi? Forse, ma occhio che così si va a sbattere e stavolta non possono dire che siamo stati noi a far saltare il tavolo. Non abbiamo messo mezzo veto. Chiediamo però una discontinuità. Ma tra cento e zero, non può non esserci una via di mezzo". Domani, a quanto si apprende, al termine del tavolo programmatico Matteo Renzi riunirà i gruppi di Italia viva per fare il punto della situazione.