La squadra ruota intorno al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
Economia, Sviluppo economico e Lavoro. Ma anche Transizione ecologica, Infrastrutture e Funzione Pubblica. Sono i ministeri, e i ministri del governo Meloni, che avranno il compito ingrato di affrontare la crisi, prima di tutto quella dell'energia ma in prospettiva anche il rischio di un ritorno a una fase di recessione. Le scelte, dopo il tentativo di 'convincere' tecnici autorevoli, hanno dovuto tenere conto dell'esigenza di essere affidabili e credibili, sia sul piano interno sia, soprattutto, nel contesto internazionale.
La casella centrale è, ovviamente, quella del Tesoro. A Via XX Settembre va Giancarlo Giorgetti, il più tecnico dei politici, sicuramente un uomo con una consistente esperienza di governo alle spalle e una buona conoscenza delle dinamiche europee. Dovrà fare i conti con le esigenze di bilancio e, soprattutto, con il programma elettorale della 'sua' Lega. La flat tax, l'intervento sulle pensioni per scongiurare il ritorno alla legge Fornero, la tentazione di fare nuovo debito, con uno scostamento di bilancio, per rispondere all'esigenza primaria di alleviare il peso del caro bollette per le imprese e per le famiglie. Tutte misure che andranno quantomeno posticipate all'anno prossimo. Per questa legge di bilancio, i margini sono strettissimi.
Altra postazione chiave è quella dello Sviluppo economico (che diventerà Imprese e made in Italy). E' stata rivendicata con forza, alla vigilia, da Silvio Berlusconi e da Forza Italia. Perché è al ministero che si occupa di imprese, e di telecomunicazioni, che guardano gli interessi delle aziende di famiglia. Alla fine la scelta è caduta su Adolfo Urso, nella scorsa legislatura presidente del Copasir. Il Mise è anche il ministero che deve gestire le crisi industriali e le conseguenze di un passaggio storico che tra energia, transizione ecologica e transizione digitale sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo.
Al ministero del Lavoro si intrecciano i dossier sulle crisi che producono conseguenze sul piano occupazionale, praticamente tutte, e le politiche attive, quelle che hanno il compito di favorire la produzione di nuovi posti di lavoro e la ricollocazione di chi, causa crisi, il lavoro lo perde. A guidarlo sarà Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro dalla fine del 2005.
Contribuiscono a definire la politica economica, intesa in senso più esteso, diversi altri ministeri, dall'Agricoltura (che diventerà Agricoltura e sovranità alimentare) al Turismo. Ce ne sono tre, però, che sono i più sollecitati dall'altro grande macro dossier, l'attuazione del Pnrr. La Transizione ecologica (che diventa Ambiente e sicurezza energetica), oltre a gestire una buona fetta della partita energia, deve assicurare un sostegno coerente a moltissimi investimenti programmati in ottica 2026. Se ne occuperà Gilberto Pichetto Fratin, esponente di Forza Italia e fratello del medico personale di Silvio Berlusconi. Altrettanto sollecitate dal Pnrr le Infrastrutture e i trasporti, ministero guidato da Matteo Salvini, in tutte le declinazioni più rilevanti, dallo sblocco dei cantieri alla mobilità sostenibile. Così come la Pubblica Amministrazione, guidata da Paolo Zangrillo, che deve assicurare una profonda trasformazione della macchina pubblica. (di Fabio Insenga)