Il faccia a faccia sarà preceduto dal Consiglio nazionale del Movimento
Oggi è in programma l'incontro tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Il faccia a faccia, fissato per le 16.30 a Palazzo Chigi, arriva dopo le tensioni che hanno caratterizzato la maggioranza e in particolare il rapporto tra il M5S e l'esecutivo. L'incontro sarà preceduto dal Consiglio nazionale del Movimento che si riunirà alle 13 per definire la linea in vista dell'appuntamento 'chiarificatore'.
"Sono ancora ottimista, il governo non rischia. Questo governo non si fa senza Cinquestelle. Il governo è nato con i Cinquestelle, non si accontenta di un appoggio esterno", ha detto il premier lo scorso 30 giugno, in conferenza stampa, interpellato sul rapporto con il M5S. Negli ultimi giorni, si è parlato di voci e rumors secondo cui Draghi avrebbe chiesto a Beppe Grillo la rimozione di Conte dai vertici del Movimento 5 Stelle. "Non ho mai fatto queste dichiarazioni. Mi dicono che ci sono riscontri oggettivi. Messaggi? Vediamoli, li aspetto. Non ho mai neanche pensato di entrare nelle questioni interne di un partito. Credo che anche Grillo abbia smentito".
Ora, con l'incontro alle porte, da parte di Draghi, racconta all'Adnkronos chi lo ha sentito a poche ore dal faccia a faccia, "c'è ascolto e massima attenzione" ai temi del Movimento come a quelli di altre forze politiche, ma "l'agenda resta la stessa e le sfide che attendono il governo non possono essere eluse, anche alla luce del Pnrr", il ragionamento del presidente del Consiglio, che ha trascorso il weekend nella residenza di Città della Pieve. A tutti coloro che lo hanno sentito Draghi ha ribadito con forza, viene inoltre raccontato, che "mai ha detto" le parole che gli sono state attribuite dal sociologo Domenico De Masi, ovvero di volere Conte fuori dalla guida del Movimento.
Ad animare la vigilia dell'incontro sono state le parole di Dario Franceschini. "Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione - perché un appoggio esterno è una rottura - per noi porterà alla fine del governo e all'impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale", ha detto il ministro della Cultura. "Servono generosità ed elasticità" nell'incontro tra Draghi e Conte, che "hanno in mano il destino della prossima legislatura", ha detto ancora.
Le dichiarazioni di Franceschini hanno movimentato la domenica del M5S. Conte non si è pronunciato ma le chat interne del Movimento, visionate dall'Adnkronos, si sono a dir poco accese. "Il Pd vuole mandarci al 2%, ma andasse a fan....", ha scritto un big del Movimento in una chat interna. Mentre nelle chat dei parlamentari c'è chi si è spinto a dire "che il Pd ci sta minacciando, e questo davvero non possiamo tollerarlo".