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Governo, Lega-Fdi per voto. Pressing Toti su Salvini : "Ora no urne"

Per il governatore ligure, visto il momento delicato che l'Italia sta attraversando causa Covid, sarebbe sbagliato precludersi la strada di un governo di salute pubblica, di unità nazionale o di scopo

21 gennaio 2021 | 19.33
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Non basta gridare al voto, al voto! Ora, in piena emergenza pandemica e con la necessità di fare un piano vaccinale e di approvare il Recovery Fund, andare alle urne sarebbe controproducente, meglio pensare a soluzioni alternativa... Giovanni Toti non condivide la linea di Lega e Fdi, che propongono di andare subito al voto di fronte a un governo Conte 'minoritario', basato su numeri sempre più traballanti. E lo avrebbe fatto presente con forza a Matteo Salvini, sia al vertice di centrodestra tenutosi ieri sia in queste ultime ore. Per il governatore ligure, visto il momento delicato che l'Italia sta attraversando causa Covid, sarebbe sbagliato precludersi la strada di un governo di salute pubblica, di unità nazionale o di scopo.

Giusto dire no a un Conte bis riveduto e corretto e a un Conte ter, ma, sarebbe stato il ragionamento del governatore ligure, escludere del tutto l'ipotesi di un governo istituzionale, che magari traghetti il Paese al voto a giugno, è un errore politico. Un concetto ribadito apertis verbis in tv: "Se Conte non riuscirà a trovare i numeri necessari, dovremo pensare ad altri tipi di governo e sono convinto che il centrodestra non possa sottrarsi a dare il proprio contributo". "Perché il centrodestra non dovrebbe almeno provare a discutere l'opzione di un governo di salute pubblica prima di andare al voto?'', si chiede un big di 'Cambiamo'. I dubbi di Toti, di fatto, aprono una crepa nel centrodestra che fino ad ora ha fatto di tutto per dare l'immagine di compattezza sulla linea da tenere di fronte alla crisi di governo.

Alla fine, al Colle salgono solo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, mentre restano a casa i 'piccoli', non solo 'Cambiamo, ma anche 'Noi per l'Italia' di Maurizio Lupi e l'Udc di Lorenzo Cesa. Prima di andare dal capo dello Stato, Lega Fdi e Fi si sono ritrovati senza 'totiani' e centristi negli uffici alla Camera del Carroccio per fare il punto della situazione. Bocche cucite al termine da parte del numero uno di via Bellerio e dalla presidente di Fdi. E forse, niente dichiarazioni alla stampa anche dopo l'incontro con Sergio Mattarella.

Raccontano che a spingere sull'acceleratore delle elezioni sia soprattutto Meloni. Tant'è che un 'totiano' dice a mezza bocca: ''Nemmeno Salvini è molto convinto di andare ora al voto ma lo chiede per non lasciarlo dire solo a Fratelli d'Italia...''. Per Silvio Berlusconi la strada del voto resta un'opzione, ma non necessariamente una priorità adesso. E comunque avrebbe dato mandato a Tajani di concordare una linea comune sul punto con Lega e Fdi per spirito unitario di coalizione.

Del resto, raccontano fonti azzurre, al Cav vanno bene più opzioni: sia quella di un governo con dentro tutti, sia quella delle urne, perché in ogni caso Forza Italia ne trarrebbe vantaggi politici e tornerebbe centrale. Da qui la scelta dell'ex premier, come sempre, di giocare su più tavoli, fino a quando è possibile, smarcandosi dagli alleati quando serve (vedi il Mes) senza mai rompere l'unità del centrodestra.

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