Scelte coraggiose, e di respiro internazionale, per rilanciare la ricerca italiana e la sanità: la prima va messa in cima alle priorità, con investimenti e politiche volte ad arginare la fuga di cervelli; la seconda va resa equa e unica, ripensando l'autonomia regionale che la 'splitta' in 20 sistemi diversi. Rivedere la Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, convogliando ogni risorsa sui bisogni reali e più urgenti. E come primo atto istituire una commissione Covid, che analizzi una dopo l'altra le scelte fatte in pandemia e gli effetti che hanno prodotto. Indica 4 proposte la "lista di desideri" stilata dalla microbiologa Maria Rita Gismondo, che all'indomani delle elezioni politiche indirizza una "Lettera al nuovo/a Presidente del Consiglio (in pectore)". L'Adnkronos Salute ne riporta il testo.
"Ill.mo/a Presidente - esordisce la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale Sacco di Milano - a breve sceglierà i suoi ministri, cui verrà dato il compito di traghettarci in questo delicato momento storico. Non sta a noi ricercatori esprimere pareri politici o preferenze, ma è nostro diritto e dovere verso la scienza e la sanità far arrivare un messaggio forte e chiaro. Innanzitutto, sia concesso chiederle che la sua scelta, qualunque essa sia, vada a persone non solo di elevato profilo professionale e morale, ma anche che siano dotate di tanto coraggio. La sanità e la ricerca necessitano di interventi, anche con ricadute a lungo termine, a volte inizialmente impopolari".
"Qualora scegliesse 'tecnici'", per Gismondo "sarebbe utile venissero coadiuvati da un pool di esperti in politica internazionale, affinché la sanità e la ricerca italiana tornino ad essere considerate di primo livello. Qualora scegliesse 'politici', sarebbe auspicabile si lasciassero coadiuvare dai più quotati rappresentanti della sanità e della ricerca italiana, ma schivi da ogni ideologia".
Ma per prima cosa, "qualunque sia la sua scelta per la guida della sanità - chiede Gismondo al capo del futuro Governo - la preghiera è di dare priorità ad un'analisi dettagliata del periodo pandemico. Abbiamo più volte evidenziato quelle che, a nostro parere, sono state carenze, forse errori, commessi durante il più triste e complesso periodo contemporaneo, che ha coinvolto tutti e che ha messo in evidenza le numerose fragilità dell'attuale sanità e della ricerca scientifica. Ora, con esclusivo spirito collaborativo, fondato su anni di esperienza, si chiede di tener conto di una 'lista di desideri' che appaiono di pubblica immediata utilità" e cominciano proprio con la richiesta di mettere 'sotto processo' la gestione di Covid-19.
"Analizzare, mediante la costituzione di una commissione imparziale e pluridisciplinare, ogni momento della pandemia - è la prima proposta dell'esperta - In particolare, dovrebbero essere esaminate non solo le conseguenze positive e negative delle misure adottate, sulla diffusione del virus ed i dati clinici, ma" sarebbe opportuno "che si allargasse lo sguardo dallo scenario infettivologico a quello economico e sociale. Sarà necessario anche rivalutare i casi clinici, i dati epidemiologici sulle morti (per o con Covid) per avere un quadro chiaro e definitivo ed imparziale della gravità della patologia e dei soggetti a rischio. Ciò allo scopo di riscrivere un vero e concreto piano pandemico, essenziale per essere pronti ad affrontare adeguatamente una nuova pandemia o, malauguratamente, nuove ondate dell'attuale".
La seconda richiesta di Gismondo è "rivedere la Missione 6 Sanità del Pnnr, per rivalutare gli investimenti, mirandoli alle reali ed attuali priorità, che non consentono sprechi, considerando anche la sostenibilità dei progetti nel post-Pnnr". Terza proposta, "rivedere l'art. 5 sull'autonomia delle Regioni in tema sanità. E' infatti improrogabile assicurare una sanità equa e non discriminatoria a tutti gli italiani. E' necessario, come il disordine dei provvedimenti durante la pandemia ha evidenziato, che non ci siano venti, ma una sanità". Infine, quarto punto, "in tema di ricerca scientifica bisogna che questa sia posta come obbiettivo primario, aumentando l'investimento, riportandolo alle medie europee. Promuovere gli investimenti privati e pubblici sui giovani ricercatori, affinché non solo siano formati dai nostri atenei, ma restino a promuovere la ricerca in Italia, divenendo nostro orgoglio e motore di nuova economia, e non diventino 'rifugiati scientifici' all'estero".
"I punti potrebbero essere molti di più, ma questi ci appaiono prioritari", sottolinea l'esperta che conclude: "Signor Presidente, non resta che chiedere venia per la presunzione, ma l'attuale condizione nella quale sanità e ricerca agonizzano non permettono di frenare le pressanti richieste. Buon lavoro!".