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Flat Tax, nuovo duello Lega-M5S

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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18 marzo 2019 | 13.56
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Matteo Salvini tira dritto: la flat tax si farà. Non solo perché è nel contratto di governo, ma soprattutto perché le coperture per estenderla alle famiglie ci sono. "Con una cifra inferiore ai 15 miliardi, quindi poco più di quello che si investe per il reddito di cittadinanza, si dà un aiuto fondamentale alle imprese e alle famiglie. Sono convinto che i minori introiti del primo giorno saranno maggiori introiti del secondo giorno. Le coperture ci sono perché quando l’economia corre lo Stato incassa", ha spiegato il vicepremier. Sulle cifre circolate per le coperture "il Mef ha smentito qualsiasi simulazione: i numeri che ho letto sui giornali hanno l’attendibilità di Topolino", ha poi aggiunto.

Il cavallo di battaglia del centrodestra si sta trasformando però nell'ennesimo scontro tra le due anime del governo. "Come al solito si fa sempre molta confusione e polemiche su ogni tema. La Flat tax è nel contratto di governo, il contratto si rispetta e come ho già detto si troverà una soluzione. Abbiamo fatto il reddito di cittadinanza, quota 100 e come M5S abbiamo già delle proposte che condivideremo con la Lega per abbassare le tasse, questo è l'importante. Quel che chiedo è che ogni dichiarazione sia sempre fatta con un principio di verità verso i cittadini, pensiero che sono certo condivide anche la Lega", dichiara il vicepremier Luigi Di Maio.

"Credo che non si debba continuare a sparare alto con cose irraggiungibili perché, anche se fossero 15 miliardi di riforma dell'Irpef, oggi sarebbero insostenibili", afferma dal canto suo la sottosegretaria all'Economia Laura Castelli. Conversando con i giornalisti a margine di un convegno della Consob, Castelli spiega che il Movimento 5 Stelle ha sempre sostenuto la riforma dell'Irpef "che riduce il numero degli scaglioni da cinque a tre e facendolo introduce il coefficiente familiare, che oggi ci viene ancora più supportato-dice-dal reddito di cittadinanza". Nel fare questo "è chiaro che da una parte bisogna tener conto delle risorse che si spendono e dall'altra- prosegue Castelli -dell'impatto della riforma stessa". Per la sottosegretaria è però inutile continuare a "sparare alto con cose irraggiungibili" indicando che anche se la riforma 'costasse ' 15 miliardi oggi non sarebbe sostenibile." Per cui è necessario riordinare quello che già esiste. "Noi prevediamo impatti minori nel tema di riordino dell'esistente e anche una visione diversa di quella che è la pressione fiscale. Si tratta - conclude - di essere realisti rispetto alla compagine economica che c'è oggi e alle possibilità".

"Da anni sosteniamo il ricorso al 'fattore famiglia', uno strumento già pronto per essere introdotto se davvero si vuole dare una mano alla famiglia, stimato con un costo che può variare fra i 10 e i 12 miliardi di euro: questo sistema garantirebbe davvero una maggiore equità per i carichi fiscali familiari". E' quanto dichiara all'AdnKronos Roberto Rossini presidente nazionale delle Acli, le associazioni dei lavoratori cattolici italiani, commentando la proposta avanzata dal ministro Matteo Salvini e sostenuta dalla Lega di una 'flat tax familiare'. Per Rossini, "è certamente positivo che venga ripreso dalla politica e dal governo il tema della famiglia, anche se ancora non si conoscono i dettagli e i contorni dell'iniziativa per ora soltanto proclamata. Ma ci sono ottimi strumenti a disposizione, mai applicati, senza la necessità di inventarne di nuovi e più parziali". Tra l'altro, spiega il presidente delle Acli, "il meccanismo del fattore famiglia è semplicissimo: si stabilisce una 'no tax area' e si moltiplica per il numero della tabella di equivalenza che tiene conto dei carichi familiari, numero dei figli o di genitori a carico e altri elementi. In tal modo, si stabilisce l'equità senza toccare le aliquote del sistema progressivo di imposizione fiscale italiano che non sono troppe ma, semmai, sono troppo poche".

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