Le critiche fioccano dal Pd, ma piovono anche all'interno del M5S. I cosiddetti 'falchi' del Movimento criticano duramente la virata sul ministro Paolo Savona a presidente Consob e l'accordo politico che porterebbe Marcello Minenna al ruolo di segretario generale. Da ieri, quando la notizia del ticket Savona-Minenna è iniziata a circolare, sms al vetriolo rimbalzano sui telefonini dei 'duri e puri' del Movimento, l'ala considerata più vicina al presidente della Camera Roberto Fico.
Ci sono stati incontri anche nelle prime ore del mattino. Nel mirino Luigi Di Maio ma anche il premier Giuseppe Conte, 'rei', a detta dei malpancisti, di non aver chiuso l'accordo su Minenna alla presidenza. Ma anche contro la sottosegretaria Laura Castelli e il collega Stefano Buffagni, entrambi vicinissimi a Di Maio, volano stracci, accusati di mal consigliare il capo politico del Movimento. Soprattutto, a detta delle voci critiche del Movimento, su Savona sarebbero state "aggirate le regole, violando quello che è lo spirito dei 5 Stelle".
I falchi puntano il dito contro la "forzatura procedurale": "la legge Madia sulla Pa - illustra un senatore - prevede che non si possano ricoprire incarichi dirigenziali o direttivi per chi è in pensione, se non per un solo anno e a titolo gratuito. La presidenza Consob ha invece durata settennale". Dunque, a detta delle voci critiche, è una "nomina che nasce azzoppata: Savona è incompatibile, in futuro il Tar o il Consiglio di Stato potranno mettere in discussione qualsiasi decisione della Consob, visto che il presidente è stato nominato forzando le regole", ragiona la stessa fonte.
Ma non è tutto. I falchi guardano con fumo agli occhi anche il piano B studiato dai vertici grillini per Minenna, ovvero la designazione a segretario generale dell'Autorità che vigila sulla Borsa italiana. "E' una presa in giro bella e buona - sostengono - perché è una nomina che non compete alla politica ma spetta alla Consob, a garanzia della sua indipendenza. Quindi mettere il nome di Minenna in un accordo politico di questo tipo equivale a prenderlo per il c...".
E c'è un altro elemento che complicherebbe il quadro. L'attuale segretario generale, Giulia Bertolozzo, è stata nominata nel giugno 2018, appena otto mesi fa. Il mandato è di 5 anni. "Sostituirla dopo appena un anno vorrebbe dire mettere in discussione l'autonomia della stessa Consob - si sfoga una deputata - se questo è il governo del cambiamento...". Intanto c'è chi, in queste ore, sta ragionando sulla possibilità di mettere nero su bianco il dissenso sulla nomina di Savona, inviando una lettera ai vertici del M5S, in primis Di Maio.