Resta aperto il caso dell'Udc rimasta insoddisfatta dell'esito della trattativa
Accordo raggiunto su premiership e collegi elettorali al vertice fiume di centrodestra alla Camera, ma resta aperto il caso dell'Udc rimasta insoddisfatta dell'esito della trattativa che assegna ai centristi, intesi come Coraggio Italia di Luigi Brugnaro e Maurizio Lupi di Noi con il centro, 11 uninominali.
Tutto nasce, raccontano, dal fraintendimento su chi si prenderà carico del partito di Lorenzo Cesa. Ora, riferiscono, bisognerà capire se l'Udc dovrà essere considerata in quota Forza Italia, come accaduto alle precedenti politiche del 2018, 'togliendo' quindi 6-7 posti a Silvio Berlusconi che, secondo l'accordo raggiunto stasera, può contare su 42 uninominali, o va contata negli undici collegi attribuiti ai centristi, compresi Nci e Ci.
Oggi Cesa non era presente al summit per impegni personali, al suo posto c'erano Antonio De Poli e Antonio Saccone. Se è nato qualche problema, spiega un big presente all'incontro, è perché non si è ancora deciso se l'Udc resterà sotto il 'cappello di Fi' o meno.