Il ricorso mirava a ottenere la riammissione della lista e il riconoscimento della validità della firma digitale. "In preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali"
Il giudice civile di Milano, Andrea Borrelli, ha respinto il ricorso d'urgenza presentato dai legali della lista 'Referendum e Democrazia con Cappato' dopo l'esclusione alle prossime elezioni. Il ricorso, depositato il 2 settembre scorso, mirava a ottenere la riammissione della lista e il riconoscimento della validità della firma digitale.
La decisione del tribunale di Milano si conclude motivando che "il giudice non è stato posto in condizione di verificare la sussistenza del predetto elemento di fatto (la verifica dell'effettiva presenza delle sottoscrizioni digitali raccolte assieme ai certificati) della fattispecie controversa (verifica che non può esimersi dal fare, attesa la contestazione di parte resistente), deve ritenersi l’insussistenza del presupposto della richiesta tutela cautelare, costituito all’apparenza del buon diritto (fumus boni juris)". In pratica - si legge nel virgolettato contenuto in un comunicato della lista Cappato - il giudice ha rigettato il ricorso d'urgenza non essendo in grado di verificare la veridicità delle firme digitali e imputando alla lista di non avere provato l’esistenza delle stesse.
Il 16 settembre il governo si era costituito contro l’ammissione della lista Cappato sostenendo - nella memoria depositata dall’avvocato dello Stato a nome del governo - come "il provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni". Il leader della lista Marco Cappato definisce la decisione di oggi "insensata perché ci imputa di non avere provato l’esistenza delle firme, attribuendo a noi un dovere - la verifica delle firme - che è notoriamente in capo alla Corte d’Appello e non certo ai presentatori. Anche per questo presenteremo immediato reclamo".
Marco Perduca, responsabile legale della lista, ricorda come "il governo si era opposto al ricorso d'urgenza della Lista Referendum e Democrazia avanzando l'impossibilità di posticipare il voto in caso di accoglimento del ricorso perché a ridosso della tornata elettorale. Ma nessuna risposta era però mai arrivata dal 25 luglio quando abbiamo diffidato formalmente il Governo per ottenere un decreto interpretativo". La decisione del tribunale di Milano arriva dunque a cinque giorni dalle elezioni, "ma dopo cinque anni da quando, nel 2017, il Parlamento aveva impegnato - entro 6 mesi- il governo a sperimentare la firma digitale per la presentazione delle liste. Un esperimento mai tentato da nessun governo ma non per questo scaduto come impegno" commenta Virginia Fiume, co-presidente di Eumans.
"E' in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali", rende noto Cappato. "Nel silenzio assoluto da parte di governo, Parlamento e Presidente della Repubblica, il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui" le parole del leader Marco Cappato.