Il leader dem torna sulla misura da finanziare con "una tassa di successione per i patrimoni plurimilionari": le reazioni dei partiti
Torna su una proposta che aveva fatto discutere, quella della patrimoniale sui più ricchi per finanziare una 'dote' ai giovani. Enrico Letta ha ribadito, ieri ai microfoni del Tg2 in vista delle elezioni politiche 2022 del 25 settembre, la volontà di portare la battaglia "avanti, ovviamente sarà finanziata con una tassa di successione per i patrimoni plurimilionari. L'altra volta quando ne parlai tutti cominciarono a dire 'ah, si toccano le successioni!' - ha ricordato - ma è giusto che chi ha un patrimonio plurimilionario lasci qualcosa alla società e se quel qualcosa viene ridato ai giovani, che oggi sono attanagliati dalla precarietà, credo sia il senso di generazioni che si aiutano".
Il giorno dopo vede il dibattito infiammarsi sul tema. "25 settembre. Chi sceglie il Pd sceglie più tasse, chi sceglie la Lega sceglie la Flat Tax al 15% e la Pace Fiscale. Chi non sceglie, poi non si lamenti. Buona domenica Amici!" scrive Matteo Salvini su Twitter postando una card in cui si legge: 'Letta rispolvera un grande classico della sinistra: la patrimoniale. Chi sceglie il Pd sceglie più tasse'.
"Letta lo ammette: la patrimoniale è il pilastro del suo programma - dichiara Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia - Il 25 settembre gli italiani potranno scegliere: votare il Pd che vuole più tasse e colpire i patrimoni, oppure votare Fratelli d’Italia che non vuole più tasse e che si batterà per tutelare chi produce ricchezza e crea lavoro”.
"Letta persevera, con una coerenza degna di altra causa, sulla tassa di successione per dare una dote ai diciottenni, confermando che la vocazione del Pd è quella del partito delle tasse" afferma in una nota Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. A riguardo interviene anche Antonio Tajani a 'Mezz'ora in più' su Rai3: "Noi non siamo come Letta che vuole la patrimoniale. La politica fiscale della sinistra è continuare il vecchio ritornello dell'aumento delle tasse. Su questo ci batteremo per evitare tasse su successione, patrimoniale, case. Basta tasse".
A 'Mezz'ora in più' anche Matteo Renzi che ricorda: "Da segretario del Pd ho sempre detto no ad aumentare le tasse. Aumentare quella di successione è folle. Si pagano già tante tasse in questo Paese, possiamo almeno morire gratis?" dice il leader di Italia Viva.
Secondo il leader M5S Giuseppe Conte "il problema giovani non lo risolvi tassando i super ricchi e offrendo una dote ai 18enni, e chi ha compiuto dai 19 in su. I giovani non vogliono una dote, vogliono la speranza per il proprio futuro, vogliono un’opportunità concreta di lavoro, non il lavoro precario di un giorno o una settimana. Quanto alla destra siamo alla follia, la Meloni vuole multare i giovani che rifiutano lavori sottopagati e precari. Neppure negli stati totalitari è stata mai pensata una penale di questo genere".
Per Carlo Calenda "ai diciottenni non serve una dote ma un’istruzione di qualità e meno tasse sul lavoro. @Azione_it aveva proposto di concentrare il taglio dello scorso anno sui ragazzi fino a 30 anni. Nessuno, dicasi nessuno, lo ha votato. #ItaliasulSerio" scrive su Twitter.
"Perché a Carlo Calenda non piace la dote per i giovani proposta da Enrico Letta? Forse perché ripristina la tassa di successione per i milionari. Significa che chi ha di più dà di più. Ma senza un po’ di giustizia fiscale, quella sociale non esiste. Il resto sono chiacchiere" replica Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo uno.
Laura Boldrini, deputata del Pd e presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, spiega: "Aiutare ragazzi e ragazze a realizzare i loro progetti professionali e di vita restando in Italia: a questo serve la dote ai 18enni. Contrastiamo l’emigrazione giovanile tassando le grandi ricchezze. È il principio della solidarietà, previsto dalla nostra Costituzione".