C'è chi ha già fatto da tempo una scelta di campo, come Ricciardi e Lopalco, e chi si spende contro l'evasione fiscale come Cartabellotta
La corsa al voto travolge tutto e tutti, anche gli esperti (virologi, infettivologi, epidemiologi) che prima della caduta del Governo Draghi erano molto coinvolti nella comunicazione sull'emergenza Covid. Le virostar, come sono state ribattezzate in qualche caso per la loro presenza sui media da ormai quasi tre anni, hanno iniziato a posizionarsi soprattutto sui social rispetto alla campagna elettorale.
L'infettivologo genovese Matteo Bassetti, per esempio, nell'ultimo anno è stato uno degli esperti più critici nei confronti delle politiche sanitarie del Governo. "Io ho sempre fatto in questi ultimi tre anni politica sanitaria affianco al presidente della Liguria Toti. Credo che nella campagna elettorale sia importante far entrare la gestione della pandemia", riferisce all'Adnkronos Salute.
Ma serve anche delineare, aggiunge Bassetti, "ciò che si vuole fare della sanità in Italia nei prossimi 5 anni. C'è bisogno di un restyling del Ssn, cosa che non si è fatta anche con il Pnrr, la risposta non sono gli ospedali di comunità. Chi cerca il voto degli italiani deve dire dove vuol andare anche nella gestione dell'emergenza Covid, nella direzione di Speranza e di Ricciardi? Il modello della vessazione? Direi di no, il modello è la convivenza con il virus".
C'è chi già da tempo ha fatto un scelta, come Walter Ricciardi che ha seguito 'Azione' dall'inizio del progetto di Calenda, come referente per la sanità. E questa volta potrebbe anche finire in Parlamento o, come molti osservatori hanno ipotizzato, al dicastero della Salute se dovesse vincere l'allenza Azione-Pd.
Nessun segreto nemmeno per la collocazione politica dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento che ha sperimentato anche l'impegno diretto come assessore alla Sanità della Regione Puglia, nella Giunta Emiliano. "Sulla politica - spiega Lopalco all'Adnkronos Salute - il mio orientamento è sempre stato chiaro. Mi sento da sempre un uomo di sinistra e anche questa volta farò la mia scelta in quel campo. Non voglio immaginare cosa sarebbe successo in Italia se al posto di Roberto Speranza in questi anni di pandemia avessimo avuto un ministro che la pensava come Boris Johnson o Donald Trump".
Massimo Galli, già direttore Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ha più volte smentito una discesa in politica con il Partito democratico ma non ha mai nascosto la sua giovanile militanza a sinistra. "Sono per un fronte progressista compatto - precisa- in grado di fronteggiare il pericolo rappresentato dalla destra".
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, molto attivo sui social, avverte che "il grande problema degli italiani non è rappresentato dagli immigrati. Ma dall’evasione fiscale", scrive su Twitter mentre il leader leghista Matteo Salvini è a Lampedusa e aggiunge gli hashtag #ElezioniPolitiche2022 #CampagnaElettorale. Proprio Gimbe nell'ultimo bollettino prima dello stop per Ferragosto evidenziava il rischio di strumentalizzazione della pandemia in campagna elettorale.
Maria Rita Gismondo, virologa dell’ospedale Sacco di Milano, ha attaccato duramente il lavoro del ministro della Salute Roberto addirittura ritenendolo, in un'intervista, responsabile della "demonizzazione degli antivirali" e quindi "anche dei decessi". Il virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa, è molto attivo su Facebook e nei suoi post tifa apertamente per il famoso campo largo ideato da Enrico Letta.