"Credo però che la politica debba fare ricorso ai tecnici e che sia l'ora che i tecnici si cerchino i voti"
"Io non mi vedo come ministro della Salute per una ragione molto semplice: prima bisogna che io vinca il seggio. Secondo punto: bisogna che la coalizione vinca le elezioni e questo sicuramente è l'impegno a breve termine. Al resto non ci penso. Credo comunque una cosa, ne sono convinto: le esperienze passate hanno dimostrato come la politica debba fare ricorso ai tecnici, siano essi di natura scientifica, politica economica e così via". E' questo il punto di partenza per Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, e oggi candidato Pd nelle elezioni politiche che si avvicinano.
Il microbiologo sarà il capolista Europa al Senato e spiega all'Adnkronos Salute la sua visione politica. Una visione che vede anche i tecnici impegnati in prima linea. "Penso inoltre - aggiunge - che qualsiasi decisione tecnica, pur basata su dati inoppugnabili, non sia socialmente neutrale. E penso che sia giunto il momento che i tecnici si cerchino i voti".
"Chi me lo fa fare? Quando sento il telefono che squilla e il citofono che suona, in contemporanea e senza sosta, me lo chiedo anch'io - sorride - Ma ritengo che l'Italia, mai come in questo momento, abbia bisogno di contributi tecnici e scientifici per risolvere una crisi che si sovrappone a vari livelli: economico, sanitario, ecologico".