L'ex presidente americano è "distante da politiche M5S"
"Succedono cose strane in questa campagna elettorale. Ora si tira in mezzo Trump. Il 25 settembre si avvicina, il M5S spaventa e si gioca sporco". Così il leader del M5S Giuseppe Conte, in un video su Facebook in cui torna sull'endorsemente di Donald Trump nei suoi confronti rispondendo a muso duro alle parole del segretario dem, Enrico Letta. "Iniziano a spuntare dei goffi tentativi di screditare la nostra azione politica, in particolare di spruzzare qualche schizzo di fango su di me. Oggi, in particolare, ci sono su Repubblica illazioni, riferimenti diffamatori e di bassissimo profilo di cui risponderanno in giudizio" dice Conte in un filmato su Facebook.
"La voglia di screditare il Movimento a volte dà alla testa - dice Conte - l'obiettivo è dire a chi crede nei valori progressisti: 'attenzione, Conte è amico di Trump e non votate M5S', quando tutti sanno che per i valori, le idee e le politiche del Movimento c'è una differenza notevole tra noi e le politiche perseguite da Trump. Ovviamente alcuni esponenti del Pd, compreso Letta, il segretario, che non sembrano sereni in questo scorcio di campagna elettorale, si sono fiondati su questa notizia, ne vorrebbero approfittare" per provare "che l'agenda del Movimento non è progressista. Caro Enrico - dice dunque l'ex premier diretto a Letta - mi permetto un suggerimento: i cittadini, la tua stessa comunità politica, sanno chi sono, non sono così sprovveduti, allora smettetela con queste balle mal congegnate e con l'arroganza di distribuire patenti di legittimità di ogni tipo, a destra e a manca. Progressista è chi il progressista fa. Noi siamo quelli del reddito di cittadinanza, del salario minimo, della lotta alla mafia, siamo quelli della legalità, della lotta alla corruzione, del taglio del numero dei parlamentari, siamo quelli che mentre voi state parlando di superare il Jobs Act - che tra l'altro avete fatto voi - lo hanno già superato col decreto dignità, che vi siete scordati. Se volete continuare a fare campagna in questo modo accomodatevi, ma i cittadini sanno da quale parte stare, la parte giusta".
Nel video, Conte spiega ai suoi follower il nuovo motivo di scontro col Pd. "Il giornalista di Repubblica - dice - incalza Trump e gli chiede un giudizio sulla campagna elettorale italiana, Trump incalzato risponde che conserva di me il ricordo di una brava persona, e ricorda che abbiamo avuto un buon rapporto quando ero premier. Ma il giornalista non si accontenta, non porta a casa evidentemente ciò che voleva e ci mette qualcosa di suo, ci mette un insulto gravemente diffamatorio nei miei confronti perché tira in ballo una mia presunta fedeltà a Trump, scomodando il caso Barr. Si tratta di una bolla mediatica, una della scuse che Renzi ha utilizzato per far cadere il Conte due, senza raccontare peraltro che era un caso inesistente, come da me chiarito in tutte le sedi parlamentari, correttezza certificata anche dal Copasir".
"Il buon rapporto con Trump - chiarisce Conte - è servito a garantire gli interessi nazionali, quelli degli italiani, come quelli che ho avuto con altri Capi di Stato e premier, sono sempre serviti a difendere gli interessi degli italiani e ottenere il massimo per il Paese. Sono tutti rapporti che si sono interrotti dopo la mia esperienza a Palazzo Chigi, consapevole che non erano rapporti personali ma legati a un ruolo di rappresentanza degli interessi italiani. Certa stampa peraltro deve fare pace con l'onestà intellettuale, un giorno mi accusano di essere un anti-atlantista un altro mi rimproverano il rapporto solito con gli Usa durante la mia esperienza a Palazzo Chigi".
"Questi vertici del Pd hanno accumulato troppi errori politici. Soprattutto, sono rimasti folgorati dall'agenda Draghi, mentre ne realizzavamo insieme una progressista nel Conte 2". "Hanno buttato al vento - ha accusato ancora Conte - tutto il lavoro fatto per abbracciare un’agenda inesistente. E' un metodo che non può essere quello di un uomo solo al comando, rappresentante delle istituzioni bancarie e finanziarie. Quindi che vadano per la loro strada".