Una domanda "mal posta", perché andava fatta "sull'immunità" e non "sull'interesse nazionale". Fra le voci critiche al voto online di domani su Rousseau per il caso Diciotti, si alza anche quella di Andrea Severini, militante M5S nonché marito di un'esponente di primissimo piano del Movimento: la sindaca di Roma Virginia Raggi. L'appunto alla scelta del quesito, insieme alla preferenza di voto, arriva attraverso un post pubblicato sul profilo Facebook.
Domani, alla domanda 'Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?', Severini voterà 'no' (quindi concedendo l'autorizzazione a procedere contro Salvini, ndr), "ma la domanda - si legge - è mal posta. La domanda andava posta sull'immunità e non sull'interesse nazionale. Non si deroga sui nostri principi, i processi si affrontano come hanno fatto Chiara, Filippo e Virginia. Sono convinto - spiega ancora - che non esista reato e Salvini non può nascondersi dietro di noi".