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Decreto Salvini, i paletti 5S

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24 settembre 2018 | 18.19
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Un lavoro di fino, da un lato volto a superare i nodi tecnici sollevati, non ultimo, dal ministero della Giustizia guidato da Alfonso Bonafede, dall'altro finalizzato a sopire i dubbi e i malumori che agitano il M5S su un provvedimento indigesto soprattutto all'anima più a sinistra del Movimento.

Il dl Salvini, che unisce le misure su sicurezza e immigrazione e a cui il responsabile del Viminale ha lavorato a pancia bassa per settimane, ha visto il Movimento, anche oggi in sede di Cdm, puntellare una serie di paletti. A partire dalla relazione introduttiva che, hanno voluto e ottenuto i 5 Stelle, deve riportare nero su bianco un richiamo ai principi costituzionali per la concessione del permesso.

Nessun colpo di bianchetto ma solo un ridimensionamento del progetto sui centri Sprar che Salvini avrebbe voluto abolire: anche questa, assicurano i vertici grillini all'Adnkronos, una vittoria portata a casa dal Movimento. Ma soprattutto, rivendicano fonti di governo M5S, la norma che consente di togliere la cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo: attendere il terzo grado di giudizio, viene spiegato, è una richiesta a cui Salvini ha dovuto acconsentire anche su pressing del premier Giuseppe Conte, forte della sua esperienza da giurista.

E se per i richiedenti asilo Salvini ha chiesto e ottenuto lo stop alla domanda anche solo in caso di condanna in primo grado, i 5 Stelle hanno sottolineato la necessità di adottare la stessa "rigidità" nei reati per corruzione.

Per questo, viene spiegato, avrebbero ottenuto un giro di vite per i Daspo ai corrotti che, attenzione, non è contenuto nel dl sicurezza ma è normato nella cosiddetta 'spazza corrotti': in sede di approvazione parlamentare - l'accordo strappato in Cdm - la misura verrà resa ancor più dura, prevedendo il Daspo senza dover attendere la condanna definitiva. Un punto, questo, messo a segno dai 5 Stelle anche per sopire i malumori interni.

Attendere la pubblicazione in Gazzetta delle norme sulla ricostruzione del ponte Morandi - che necessita di una corsia privilegiata rispetto al dl sicurezza - è un altro obiettivo che i grillini al governo rivendicano lontano dalle telecamere. E a cuore allo stesso presidente del Consiglio. Ma Salvini su questo punto è stato chiarissimo: il decreto sicurezza e immigrazione "lo invieremo al Presidente della Repubblica un'ora dopo che sarà arrivato il decreto Genova", presumibilmente già domani. Tradotto: non perderemo nemmeno un minuto.

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