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Crisi governo, Zingaretti: "Passaggio in Parlamento necessario"

Il leader Dem alla riunione del gruppo Pd della Camera: "Dobbiamo tutelare la legislatura fino a quando sarà possibile. il rischio è che gli alleati di Trump risorgano non sulla base di un'iniziativa ma di un errore"

(Fotogramma)
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15 gennaio 2021 | 15.43
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"Se c'è una cosa che ci deve guidare in questo momento è quello di non permettere di liquidare il lavoro fatto. Sarebbe una tragedia politica, anche ingiusta". Lo dice il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, all'assemblea del gruppo Pd alla Camera.

"Dobbiamo tutelare la legislatura fino a quando sarà possibile, ed evitare le elezioni anticipate, e impedire il paradosso che dopo aver vinto una battaglia in Europa, aver spostato l'Europa e mentre negli Usa vince Biden, si corra il rischio che gli alleati di Trump risorgano non sulla base di un'iniziativa ma di un errore".

"La parlamentarizzazione della crisi - spiega Zingaretti - non è una sfida, è la necessità in un passaggio delicato da collocare nella sede appropriata le scelte che ogni forza politica farà e in cui ogni forza politica deve assumersi le sue responsabilità".

"Io dico subito - sottolinea il segretario Dem - che, malgrado l'enormità di quanto sta avvenendo non giudico che quanto accaduto sia un fulmine ciel sereno, era una delle possibilità in campo e che noi abbiamo fatto di tutto per scongiurare". Quanto accaduto per il segretario è anche la conseguenza "di una condizione politica che si è determinata all'avvio di questa esperienza di governo ad agosto 2019. Questo governo è figlio di una scelta che abbiamo fatto e che rivendico e rifare, anche se tutti conosciamo i contorni della discussione che ci sono stati nell'agosto 2019. Ma è stato corretto di farci carico della governabilità del Paese rispetto ai rischi che si erano palesati per il nostro sistema politico".

"Tutti avevamo chiari - ripercorre il leader Pd - i rischi e i limiti e anche l'eterogeneità delle forze" del Conte 2 che è "un governo parlamentare perché le elezioni del 2018 non hanno consegnato la vittoria a uno schieramento ma posto i partiti di fronte al compito di garantire la governabilità".

"E quindi ci siamo trovati dentro una necessità di compiere una scelta" tentando "il massimo di discontinuità possibile all'interno di quel quadro politico" e "in questi mesi la nostra unità, il lavoro che è stato fatto - a livello politico e parlamentare è oggettivo - ha fatto al differenza e forse anche per questo oggi si consegna al Pd gran parte della responsabilità della governabilità".

"Sono convinto - continua Zingaretti - che c'è un patrimonio da difendere". Innanzitutto "essere riusciti a ricollocare la democrazia italiana dentro il solco della sua tradizione europeista rispetto a una deriva antieuropeista" del governo precedente.

"Grazie a noi, in particolare al Pd, abbiamo non solo ricollocato l'Italia nel solco europeista ma - ricorda - grazie a questo, abbiamo dato il contributo decisivo anche per un'innovazione dell'Europa che auspicavamo". E "grazie la lavoro svolto, oggi l'Europa sta facendo scelte" che si sono fatte "perché c'eravamo noi. Altrimenti la storia sarebbe stata diversa".

"Rivendico anche - chiarisce Zingaretti - che sulla pandemia abbiamo lavorato come la forza che ha garantito di più rigore e tutela della vita. Che non è altra cosa dalla tutela dell'economia. Questa è una visione miope del mondo".

Ma, avverte il leader Dem, "con la stessa nettezza con cui ho elogiato i risultati, in questi anni sono stati commessi anche molti errori e ci sono state molte lentezze".

"Il non rispetto a volte di punti fondativi del programma, il ritardo con cui sono stati rispettati, la vicenda del pacchetto istituzionale proposto in agosto 2019 perché accettammo il taglio dei parlamentari in cambio di impegni che non ci sono stati. Per questo dico che oggi non possiamo accettare tutto, abbiamo già dato da questo punto di vista".

"Io quindi dico che partendo dalla lettura di questi limiti, il Pd è stato il primo a porre il tema di una ripartenza. Anche su questo la ricostruzione storica deve essere chiara".

"Tutti quei nodi", quelli affrontati ai tavoli della verifica di governo, "sono ancora sul tappeto. Quanto accaduto ha ritardato i tempi, ma i temi rimangono tutti lì", ammonisce Zingaretti.

Ora "quello che si fa in maniera aperta e trasparente è di rivolgersi al Parlamento perché si possa definire un allargamento possibile di una maggioranza che, come abbiamo detto a Conte, deve avvenire in schema di contenuti, di un profilo politico che dovrà essere costruito".

"Quello che dobbiamo fare - indica il segretario Pd - è vedere se si costruiscono le condizioni con un forte impianto innovativo e di definizione di un programma di legislatura per dire agli italiani, noi governiamo per fare queste cose".

Quanto ai rapporti con Iv, "al gruppo Pd voglio dire che non c'è alcuna voglia di rivalsa o di vendetta o di resa dei conti nei confronti di nessuno: non abbiamo nemici".

"Fino a qualche minuto prima della conferenza stampa di Iv siamo stati impegnati come gruppo dirigente a fare di tutto, di tutto. Abbiamo letto tutti le parole di Conte sul patto di legislatura e sul patto di legislatura da definire all'interno dei confini dell'attuale maggioranza".

"Da questo punto di vista - conclude - io credo che la rottura che è stata prodotta sia stata un fatto grave. Se non si voleva il salto nel buio si doveva lottare insieme a noi per ottenere risultati e invece ora si restringe lo spazio politico per ottenere risultati".

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