E' Sergio Costa, il generale che ha contribuito a scoprire la Terra dei Fuochi, il nuovo ministro dell'Ambiente. Una scelta tutta targata Cinque Stelle perché a indicare Costa per il dicastero di via Cristoforo Colombo era stato proprio Luigi Di Maio lo scorso febbraio. Generale di brigata dell'Arma dei Carabinieri e comandante della Regione Campania dei Carabinieri Forestali, Sergio Costa, classe 1959, è laureato in Scienze Agrarie con un master in Diritto dell’Ambiente.
Costa ha contribuito a svelare in tutto il suo dramma la vicenda della Terra dei Fuochi; nel 2015, ha reso note la pericolosità e la vastità di quella che lui stesso ha definito come “la discarica sotterranea più grande d'Europa", quella di Calvi Risorta, in provincia di Caserta.
Il suo impegno nella lotta all’illegalità in Campania ha contribuito a portare alla luce illeciti, fenomeni di abusivismo e diverse discariche abusive, come quella di Cava Montone, nel Parco Nazionale del Vesuvio. Costa è stato uno dei sostenitori dell’utilità della legge 68 sugli ecoreati.
Costa è il primo forestale al ministero dell'Ambiente. È stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato, fino allo scioglimento del Corpo nel 2016, accorpato nell'Arma dei Carabinieri. Accorpamento sul quale il neo ministro dell'Ambiente Costa è stato duramente critico, a difesa delle professionalità maturate dal Corpo in tema ambientale e denunciando il rischio di perdere così il prezioso contributo delle 'giubbe verdi' non solo nella fase di inchiesta ma anche nell'individuare le soluzioni alle criticità ambientali riscontrate.
Del provvedimento previsto dalla riforma Madia criticò anche l'aspetto economico. Fu proprio nel corso della lunga attività svolta all'interno del Corpo Forestale dello Stato che Costa portò alla luce la vicenda della Terra dei Fuochi.