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Autonomia, Ciriani: "Meloni ha garantito che diritti cittadini non saranno toccati"

"Presidenzialismo? Regole si scrivono insieme". E sul tema migranti l'Italia, dice, "non può essere il terminale di tutta l'immigrazione che parte dal nord Africa"

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01 febbraio 2023 | 09.43
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"Sul presidenzialismo vorremmo scrivere le regole insieme per assicurare già stabilità di governo e facendo un favore al Paese. Spero che sul presidenzialismo si possa trovare una intesa almeno di massima. Poi in Parlamento o in una eventuale bicamerale discuteremo più a lungo". Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a Tg1 Mattina. "Non siamo innamorati di un progetto - spiega il ministro - . Vedremo quale possibilità ha maggior forza per andare avanti. Io preferisco un modello come quello del semipresidenzialismo alla francese che più si attaglia all'Italia. Speriamo di poter fare le riforme con le opposizioni: se non ci staranno noi comunque andremo avanti".

Sul fronte migranti, invece, "l'Italia non può essere il terminale di tutta l'immigrazione che parte dal nord Africa, lo abbiamo detto ai nostri partner europei, tema di cui deve farsi carico l'intera Europa". "L'Africa non deve essere sfruttata, serve un aiuto, il piano Mattei di cui ha parlato il premier, che è stata in Algeria e Libia. Il dramma sono le partenze, le persone che partono e poi muoiono in mare", ricorda il ministro.

Rischi dall'autonomia? "Giorgia Meloni ha garantito che i diritti dei cittadini non saranno toccati e il Parlamento sarà il luogo di ogni decisione", ha assicurato il ministro, ricordando che "la richiesta di autonomia delle regioni non è un privilegio ma una cosa di grande responsabilità".

Per il ministro meloniano "l'autonomia può essere una occasione per alcuni nel dimostrare di saper governare meglio una regione, di come abbia governato lo Stato. Si parte dai Lep, dal principio che tutti i cittadini siano uguali a prescindere da dove vivano nel Paese". "Per alcune regioni su certi temi specifici ci sarà poi una maggiore assunzione di responsabilità", spiega.

Capitolo Cospito e bagarre alla Camera. "Il problema - sottolinea il ministro - è capire se tutte le forze politiche condividono l'idea che il 41 bis è irrinunciabile, quando si sentono troppi distinguo si fa il gioco di chi il carcere duro lo vuole abrogare". "Sono misure per combattere mafia, criminalità organizzata e terrorismo, spero che questa sia la linea di tutto il Parlamento, non solo della maggioranza", dice.

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