Alla vigilia del voto un'analisi dell'Istituto Cattaneo sul radicamento di Pd-M5S-Fdi-Lega e sulla coesione delle aree politiche in 142 comuni al voto sopra i 15mila abitanti
Il Pd il partito più radicato, i 5 Stelle i più 'assenti'. La coalizione più 'solida' il centrodestra che propone candidature contrapposte solo nel 7% dei casi, mentre il dato sale al 17% nel caso di Pd e M5S. Sono alcuni dei dati di un'analisi dell'Istituto Cattaneo che, "attraverso un esame dell’offerta elettorale nei 142 comuni con più di 15.000 abitanti chiamati al voto il 12 giugno, misura il radicamento territoriale dei quattro maggiori partiti (Pd, M5S, Fdi, Lega) e la coesione delle due principali aree politiche".
Dall'analisi è stata esclusa l'area 'centrista': "Questa analisi è condotta considerando solo la collocazione dei quattro partiti principali perché se si prendesse in esame anche la collocazione di forze politiche minori (varie liste di sinistra, Azione, IV, Fi) le varianti si moltiplicherebbero fino a diventare ingestibili".
Sul radicamento, guardando all’area progressista, "in ben 41 comuni su 75 (il 55%) al Centro Nord e in 30 su 67 (il 45%) al Sud non sono presenti liste del M5S. Com’è prevedibile, il Pd dimostra il suo maggior radicamento. Il simbolo del Pd è assente dalla scheda elettorale di una quota di comuni molto più ridotta: 8% al Nord e 16% al Sud".
Nell’area di centrodestra la situazione "appare molto diversificata tra Nord e Sud. Nel Nord sono pochi i comuni dove si registra l’assenza di Fratelli d’Italia (4%) e/o della Lega (5%). Al Sud l’assenza è molto più consistente: i comuni senza il simbolo di FdI sono il 34%, quelli senza il simbolo della Lega sono il 71%". Un dato che viene interpretato dall'Istituto Cattaneo come "un chiaro indizio che l’obiettivo coltivato da Matto Salvini di trasformare la Lega in un partito nazionale sta regredendo o comunque stenta ad essere realizzato".
Per quanto riguarda la coesione, "l’analisi delle candidature fornisce indizi anche riguardo alla solidità delle alleanze. I due principali partiti dell’area progressista (Pd e M5S) sostengono esplicitamente candidature unitarie a sindaco in 20 comuni su 75 al Nord (il 27%) e in 25 su 67 (il 37%) al Sud. Appaiono invece contrapposti, sostenendo candidati a sindaco alternativi, in 24 comuni su 142 (17%, sotto questo profilo non si notano differenze tra Nord e Sud)".
"L’alleanza di centrodestra appare solida al Nord: Fdi e Lega risultano alleati in gran parte dei comuni al voto (63 su 75, ossia l’84%). Al Sud, invece, anche a causa della frequente assenza di uno o di entrambi i partiti, i loro simboli appaiono a sostegno dello stesso candidato solo in 17 comuni su 67 (25%). Però sono solo 10 su 142 (7%) in tutta Italia i casi in cui sostengono in maniera esplicita candidati a sindaco concorrenti".
Incrociando la composizione dell’offerta di sinistra e di destra "possiamo osservare che solo in 26 comuni su 142 (18%) si svolge una simulazione compiuta del 'nuovo bipolarismo', ossia una sfida tra un centrodestra e un centrosinistra in cui FdI e Lega da una parte, Pd e M5s dall’altra sono esplicitamente alleati. Se però aggiungiamo anche i casi di comuni in cui una delle due sigle di ciascuna area è assente (casi in cui non possiamo dire che Pd sia in conflitto con M5S o Fdi sia in conflitto con la Lega) si arriva a 80 comuni su 142 (56%)".
"In almeno un comune su quattro il 'nuovo bipolarismo' non ha attecchito, in quanto una, l’altra o entrambe le coppie dei principali partiti sono esplicitamente in contrasto tra loro. Fino al caso limite di Carrara dove ciascuno dei quattro partiti sostiene un candidato a sindaco diverso", conclude lo studio del Cattaneo.