Balboni: "Padre patria". Parrini: "Vicino a trame anni '70"
Scintille in Aula sul nome di Almirante. A tirare fuori l'ex leader del Msi in Aula è Alberto Balboni, senatore emiliano di Fratelli d'Italia, a capo della commissione Affari costituzionali della Camera, dove è passato il testo dell'autonomia differenziata. Chi ha avuto come leader Almirante, è il ragionamento di Balboni, non può tradire l'unità del Paese. "Chi viene da questa storia non può rinunciare né all'unità nazionale, né al sentirsi italiano in qualsiasi parte dell'Italia abiti". Per Balboni Almirante ha contribuito "a quel processo di pacificazione nazionale indispensabile, specialmente nei momenti difficili, per garantire la coesione sociale in qualsiasi Nazione".
Dal Pd Dario Parrini replica poco dopo, parlando di "esaltazione fatta da Balboni di Almirante". "Un difensore della democrazia, come dice lei? Credo sia un errore, nel 1970 ci fu il Golpe Borghese, nel '72 il Msi portò in parlamento Ciccio Franco e Mario Tedeschi, tra i finanziatori della strage di Bologna", accusa il senatore. "Nel 1972 tre carabinieri furono uccisi a Peteano, e solo una amnistia salvò Almirante dall'accusa di favoreggiamento", incalza il dem, assicurando "che stiamo parlando di fatti incontrovertibili". "Almirante in quegli anni aveva simpatia per Pinochet, per i colonnelli in Grecia. Almirante si vantava di dire che l'aggettivo democratico non lo convinceva e che la parola fascista ce lo aveva stampata in fronte", conclude. Parole che registrano rimbrotti dalla destra e applausi da sinistra.