Il ministro dell'Interno assicura che l'Italia non corre rischi specifici ma la vigilanza resta alta, anche perché il potenziale rischio non è costituito solo dai 'foreign fighters' ma anche da altri fattori tra cui la presenza del Papa. Dopo l'informativa immediata la polemica con l'M5S che attacca duramente il ministro e la Lega che accusa il governo di perorare la causa dei terroristi
''L'eccidio di Parigi conferma la pericolosità della minaccia terroristica. L'azione di presidio e di vigilanza saranno a largo raggio. Non verrà sottovalutato nessun segnale di pericolo". Si esprime così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel corso dell'informativa urgente alla Camera sui possibili rischi connessi al terrorismo internazionale in relazione ai tragici fatti di Parigi. Ma il titolare del Viminale parla ad un'Aula semivuota: solo un centinaio i deputati presenti, ma da quei pochi non sono mancate dure critiche con la Lega in testa che accusa il governo di perorare la causa dei terroristi.
Il primo pensiero di Alfano è stato comunque quello di dare rassicurazioni su 'casa nostra'. Non abbiamo, in questo momento, segnali che indichino "l'Italia o interessi italiani esposti a specifiche fattori di rischio", dice Alfano, ma la vigilanza resta alta. L'analisi di Intelligence e forze dell'ordine è "fondata su indicatori di contesto che prescindono da riferimenti a pericoli concreti o attuali di cui sia stata avvertita la presenza". Ma quello dei 'foreign fighters' non è l'unico fattore di potenziale rischio per l'Italia "essendo l'Italia esposta all'insidia terroristica per altre consistenti ragioni, la prima delle quali è rinvenibile nel privilegio di ospitare la massima autorità del cattolicesimo, a volte additata nei farneticanti messaggi a Al Bagdadi tra i possibili bersagli. Inoltre la tradizionale vocazione atlantista del nostro paese e l'amicizia con gli Stati Uniti rappresentano altri fattori di potenziale esposizione al fondamentalismo terrorista".
"La sfida rappresentata dall'estremismo islamico - rimarca Alfano- ha bisogno di una strategia lucida e lungimirante, una sfida che deve essere vinta rinsaldando la cooperazione internazionale in ogni sua forma". Noi intanto "resteremo vigili e non arretreremo di un millimetro - assicura- lo faremo per i nostri figli, per consegnare loro un mondo ancor più libero e sicuro nel quale vivere".
Dopo l'attentato alla redazione di Charlie Hebdo, fa sapere il ministro,è stato ''disposto l'immeditato rafforzamento dei dispositivi di vigilanza ed il monitoraggio obiettivo sensibili proseguirà con grandissimo impegno. Attenzione è posta non solo a siti istituzionali e luoghi culto, ma anche sedi di giornali e tv e personalità pubbliche che, in ragione della loro attività politica, potrebbero essere oggetto di attenzioni terroristiche. Sia le moschee che gli altri luoghi di culto non vengono trascurati nell'analisi di intelligence'' e di prevenzione di possibili rischi terrorismo. Uno dei ricercati per la strage di Parigi, Cherif Kouachi, di 32 anni, informa inoltre Alfano, "era noto alle forze di polizia italiane in quanto implicato nelle filiere estremiste islamiche dirette in Iraq", ma l'uomo "non è mai stato sul territorio nazionale".
Il titolare del Viminale si sofferma più in dettaglio sul capitolo dei foreign fighters: tra i 53 combattenti stranieri censiti, passati per l'Italia "nella fase della partenza o solo di transito, quattro hanno nazionalità italiana, due dei quali già segnalati nella precedente informativa, come il genovese Giuliano Delnevo, morto in combattimento ad Aleppo e un giovane marocchino naturalizzato che si trova attualmente in un altro Paese europeo. La quasi totalità'' di questi combattenti che hanno avuto a che fare con l'Italia "è ancora attiva nei territori di guerra, mentre la restante parte, minoritaria, è morta in combattimento o è detenuta in altri Paesi".
Alfano evidenzia poi come occorrano nuove misure per fronteggiare "la nuova minaccia rappresentata dal terrorismo molecolare, il terrorista 'home made' che si radicalizza, si addestra sul web, progetta da solo, e senza apparenti e dimostrate appartenenze a reti strutturate organizza attacchi o azioni terroristiche". Tra le norme a cui sta lavorando il governo, fa sapere il ministro, ci sono anche il ritiro del passaporto, pene contro chi organizza gli spostamenti dei foreign fighters, lo stop alla vendita di precursori di esplosivi e 'black list' dei siti a rischio. Confido -dice - che il Parlamento possa esprimere la sua opinione sul provvedimento e contribuire a migliorarne i contenuti, recuperando lo spirito di coesione che ultimamente è mancato".
Immediato e duro l'attacco del Movimento Cinque Stelle. ''Il ministro Alfano ha detto belle parole, sono 30 anni che sentiamo belle parole - è l'affondo del deputato Angelo Tofalo - Capite le mie riserve per un uomo che non è stato capace nemmeno di garantire la sicurezza di una partita di calcio. Stiamo ai fatti, parlano i fatti. Finché lei siederà su quella poltrona - dice senza mezzi termini - non dormiremo sonni tranquilli. Le sue informative sono sempre scontate. Alzi la testa - lo sferza - sia critico, faccia proposte, lo può fare''.
Ma non mancano critiche anche da parte di Forza Italia. ''Stiamo dando segnali contrastanti e sbagliati sulla sicurezza, basta tagli alle forze dell'ordine. Più intelligence, più controllo delle forze dell'ordine, più presenza dei militari a garanzia della nostra sicurezza'', rileva Elio Vito, deputato di Forza Italia e presidente della commissione Difesa di Montecitorio. Nel merito specifico dell'attacco a Parigi, osserva il deputato azzurro, ''si tratta di terroristi, non siamo di fronte a combattenti e a una guerra, ma a degli atti di terrore. Dobbiamo rispondere con un maggiore orgoglio per le nostre tradizioni religiose, culturali e nazionali". Non solo. "Occorre anche rafforzare la sicurezza, le spese per la difesa sono spese per la nostra società. Basta dunque tagli alle forze dell'ordine''.
L'ex ministro della Difesa, deputato di Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa, stigmatizza invece il comportamento del premier: ''Ci saremmo aspettati che Renzi venisse oggi in aula, ci mettesse la faccia''. Quanto accaduto a Parigi ''non è un fatto che riguarda alcuni giornalisti francesi, riguarda l'Occidente, la società'', fondata sui "valori cristiani. Lei - aggiunge rivolto ad Alfano, al termine dell'informativa - ha parlato di terrorismo interno e di web, dicendo 'adesso vedremo se ci sarà un controllo maggiore'. Ne dubito conoscendo le condizioni in cui opera la polizia postale". La Russa poi esprime il timore "che passato il lutto, cominceranno i distinguo", verranno fuori "i complottisti che parleranno dei servizi segreti israeliani".
La Lega va giù duro: ''Svegliatevi!'', dice Paolo Grimoldi, deputato del Carroccio, dopo l'informativa di Alfano. "Questo governo è collaborazionista dei terroristi. Quello che sta facendo perora la causa dei terroristi''. E ancora: I terroristi ormai "sono qua, sono tra noi".
Dal partito del ministro dell'Interno arriva invece una proposta: "Alla procura nazionale antimafia va aggiunta una procura nazionale antiterrorismo", dichiara in Aula Fabrizio Cicchitto chiedendo l'"attenzione ai giornali e ai loro direttori anche in Italia: alziamo la guardia per evitare il ripetersi di situazioni come quella di Marco Biagi. Il terrorismo -avverte- è un pezzo dell'Islam: se lo dimentichiamo facciamo un errore uguale a quello di Salvini secondo cui terrorismo e Islam sono la stessa cosa, cosi' rischiando di diventare utile idiota del terrorismo''.