E' terminato allo Schloss Herrenhausen di Hannover, in Bassa Sassonia, l'incontro tra il presidente Usa Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il primo ministro britannico David Cameron e il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
L'appello di Obama: "Gli Usa e il mondo hanno bisogno di un'Europa unita"
Tra i temi affrontati dai cinque capi di Stato e di governo, hanno spiegato fonti francesi, la situazione della Libia e della Siria, oltre alla crisi dei migranti e alla lotta al Daesh o Stato Islamico, presente in entrambi gli Stati. I cinque hanno anche parlato della situazione dell'Ucraina e dell'implementazione del protocollo di Minsk, l'accordo del 5 settembre 2014 e poi ripreso nel febbraio 2015 con lo scopo di arrestare i combattimenti nel Donbass, nell'Ucraina orientale.
RENZI - "Non c'è alcun elemento che giustifichi la chiusura del Brennero". Lo sottolinea il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in conferenza stampa ad Hannover.
"Quindi - continua Renzi - noi pensiamo che le autorità austriache non potranno fare altro che rispettare la normativa europea e, se così non fosse, saranno le istituzioni europee a prendere le conseguenze necessarie, perché il Brennero è un simbolo".
"E' un luogo di lavoro - aggiunge il premier - per tante donne e uomini. La Germania meridionale, l'Austria e il Nordest italiano sono collegatissimi: per alcuni aspetti si può parlare di un unicum economico. Se ci fate caso ci sono intere filiere che lavorano insieme: il Brennero è uno snodo di transito fondamentale".
"Naturalmente - conclude Renzi - noi stiamo attenti ai numeri e alla situazione della migrazione, ma ripeto i numeri italiani dell'arrivo di migranti sono più bassi del 2014 e gli stessi del 2015. Punto. Questa è la realtà. Per intenderci, noi l'anno scorso abbiamo avuto 150mila arrivi, la Germania più di 1 mln".
Per quanto riguarda la questione migratoria in Italia, in particolare gli arrivi dalla Libia, "i numeri di cui parliamo sono numeri inferiori al 2014 e sostanzialmente gli stessi del 2015". Lo precisa il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine dell'incontro con Barack Obama, Angela Merkel, Francois Hollande e David Cameron ad Hannover.
"Nel 2014 - continua Renzi - al 25 aprile erano 27mila gli arrivi dalla Libia e a fine anno siamo arrivati a 170mila. Nel 2015 erano 25.200 e alla fine dell'anno 150mila. Nel 2016 siamo a 25.600. Quindi c'è sostanzialmente un livello equipollente a quello del 2015 e più basso del 2014. Questo perché sia fatta giustizia di alcuni allarmi e della grande preoccupazione che vedo. Naturalmente tutto ciò non significa che non dobbiamo avere una grande attenzione" ai flussi migratori.
Per quanto riguarda la questione migratoria in Italia, in particolare gli arrivi dalla Libia, "i numeri di cui parliamo sono numeri inferiori al 2014 e sostanzialmente gli stessi del 2015".
"Nel 2014 - continua Renzi - al 25 aprile erano 27mila gli arrivi dalla Libia e a fine anno siamo arrivati a 170mila. Nel 2015 erano 25.200 e alla fine dell'anno 150mila. Nel 2016 siamo a 25.600. Quindi c'è sostanzialmente un livello equipollente a quello del 2015 e più basso del 2014. Questo perché sia fatta giustizia di alcuni allarmi e della grande preoccupazione che vedo. Naturalmente tutto ciò non significa che non dobbiamo avere una grande attenzione" ai flussi migratori.
Buon incontro ad Hannover con Obama e leader UE. Bene su Libia, immigrazione e lotta al terrorismo pic.twitter.com/G1UYDWCHOj
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 25 aprile 2016
Nei confronti della Libia "la linea di fondo è quello di un rapporto molto forte con il governo di Fayez al Sarraj, che intendiamo sostenere e che, quando avrà delle richieste da formalizzare alla comunità internazionale, troverà nell'Italia un partner sensibile".
"Siamo pronti - continua Renzi - a dare una mano all'interno della comunità internazionale dentro un progetto complessivo". Vedremo "quando si porrà il tema delle richieste formalizzate, non annunciate. Se arrivassimo ad un accordo con la Libia, è evidente che si può fare quanto fatto in passato con la Tunisia e con l'Albania".
"C'è un passo avanti mica da ridere - sottolinea ancora il premier - ora c'è un governo, che va aiutato, supportato e deve avere ancora una serie di passaggi formali. Credo che il governo libico oggi incassi un riconoscimento importante, perché gli Usa e quattro Paesi del G7 danno un endorsement al tentativo, anzi al governo non al tentativo, di al Sarraj".
Sulla Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), il trattato di libero scambio in negoziazione tra Ue e Usa, "noi siamo impegnati in un negoziato, in una trattativa. Siamo favorevoli a che si concluda e siamo tra quelli che spingono perché si concluda, naturalmente nel rispetto di tante specificità che tutti noi dobbiamo difendere".
"Sono convinto - conclude Renzi - che più libertà di commercio mondiale c'è, meglio è. Contemporaneamente mi piacerebbe che si affermassero le ragioni del 'made in', che alcuni Paesi europei non vogliono".