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Norvegia, il Paese delle auto elettriche

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05 marzo 2018 | 10.29
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Circa 5 milioni di abitanti su una superficie di poco più di 385mila kmq, ma è qui in Norvegia che la mobilità elettrica ha trovato il suo Paese di elezione tanto che in una classifica mondiale della e-mobility si piazza al quarto posto dopo Stati Uniti, Cina e Giappone e, per restare invece in Europa, è il Paese con la maggiore diffusione percentuale di veicoli elettrici, pari al 32% delle nuove immatricolazioni.

Per fare un paragone, secondo i dati del Politecnico di Milano l’Italia si ferma allo 0,2%. Le auto più vendute in casa nostra restano i diesel che rappresentano il 56,7% delle nuove immatricolazioni del 2017, seguiti da benzina (31,6%), gpl (6,5%), metano (3,4%), ibride (1,6%) e, fanalino di coda, elettriche (appunto 0,2%). Secondo i dati del Politecnico di Milano, nel 2017 in Europa sono stati immatricolati circa 287mila veicoli elettrici, e più di uno su cinque è norvegese.

“La Norvegia è un caso straordinario dal punto di vista dell’utilizzo, percentuale e assoluto, dell’auto elettrica. Un risultato eccezionale frutto di una congiuntura che ha trasformato la Norvegia in un Paese prospero e ricco grazie al petrolio e al gas ma anche grazie a una grande capacità di coesione sociale, coerenza politica e capacità di programmazione a lungo termine”, spiega all’AdnKronos Giorgio Novello, ambasciatore italiano in Norvegia fino al 2017.

Un Paese, dunque, che ha scommesso fortemente sulla mobilità elettrica con incentivi importanti, e il paradosso è che ha potuto farlo anche grazie al petrolio. Perché la Norvegia, oltre ad avere il fondo sovrano maggiore al mondo (mille miliardi di dollari) che controlla l’1,5% di tutte le azioni di tutte le società quotate in borsa nel mondo e il 2,5% di tutte le azioni in Europa, è anche il terzo esportatore mondiale di gas e primo produttore di petrolio dell’Europa Occidentale.

Una ricchezza che ha permesso alla Norvegia di mettere in campo tutta una serie di forti incentivi grazie ai quali sono stati raggiunti i risultati di oggi: nel 2017, poco meno del 40% delle nuove vendite di vetture in Norvegia era ibrido o elettrico; oggi nel Paese ci sono più di 140mila vetture elettriche e più di 67mila ibride, vale a dire oltre il 6% del parco circolante. E a gennaio 2018, per la prima volta, il numero di auto elettriche e ibride vendute ha superato percentualmente le vendite di quelle con il motore a combustione interna.

Questo grazie agli incentivi all’elettrico nati anni fa per promuovere due società norvegesi che producevano auto elettriche (che poi sono fallite ma il pacchetto di misure è rimasto in piedi). Allora si puntava a raggiungere l’obiettivo delle 50mila auto elettriche entro il 2018, obiettivo che è stato raggiunto con molto anticipo il 20 aprile 2015.

Quali sono queste misure? Ricarica gratuita dalle colonnine, parcheggio gratis, uso delle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici, niente pedaggi autostradali né di accesso ai centri storici, esenzione dall’Iva al 25% (che grava invece sulle altre auto) e dalla sovrattassa applicata sulle altre autovetture (che arriva anche al 100%); traghetti gratuiti o fortemente scontati. A questi otto incentivi se ne aggiunge un nono, che è la pressione sociale: avere l’auto elettrica è di moda, fa tendenza, è la cosa giusta da fare…

Misura fondamentale del pacchetto, l’esenzione dalla sovrattassa che rende il prezzo finale delle auto elettriche equiparabile a quello dei veicoli a combustione interna e così i vantaggi dell’elettrico (ricarica, traghetti e autostrade gratis…) finiscono per compensare gli svantaggi (tempi di ricarica, difficoltà di andare all’estero perché i sistemi di ricarica non sono sempre compatibili né le reti diffuse in tutti i Paesi).

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