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È il nome di Marzio Carrara a troneggiare nel riassetto e nell’acquisizione delle storiche realtà della stampa e della grafica bergamasche. Un’ascesa personale straordinaria, la sua, realizzata con un risiko di acquisizioni che lo vedono, insieme ad altri soci (minoritari) come minimo comun denominatore di quella che sta configurando Bergamo, come la capitale del settore grafico e della stampa su carta, dati in ambito nazionale come arrancanti. E che invece risorgono, alimentati da una linfa di acquisizioni in serie, di cui si è faticato perfino a tenere il conto e che si sono coagulate nella composita realtà industriale di Boost. Un nome che Marzio Carrara ha scelto mutuandone dall'inglese il senso, ovvero accelerazione e spinta (verso il futuro).
Prima, nel 2018, con la Johnson Marzio Carrara ci aveva fatto una joint per la commercializzazione delle agende, per comprarsela poi tutta quanta. Poi è stata la volta di Arti Group presa dalla Cafin, la sua finanziaria, dai tedeschi di Bavaria, e finita nella Agh, altra finanziaria partecipata dallo stesso Marzio Carrara, insieme alle due controllate Niaag ed Eurogravure. Poi è toccato a Lediberg fondersi con Johnson, mentre la Castelli (controllata da Lediberg) si era nel frattempo accorpata con Cpz diventando leader nella prestampa. Una sequenza impressionante, una tripla capriola per chi, come Marzio Carrara è passato da una realtà di 70 dipendenti ad una galassia articolata che ne conta quasi duemila e che ha concluso, nel dicembre 2019, la lunga sequenza di m&a con l'incorporazione di Cpz in Boost di San Paolo D'Argon.
Tutto ha inizio nel gennaio 2018. Marzio Carrara, attraverso la finanziaria Agh, Arti Group Holding, rileva un gigante della stampa come Arti Group.
Davide compra Golia, con un’operazione che rivelandosi coraggiosa, finanziariamente parlando e con i tempi che corrono, è in grado di riportare sotto l’ala italiana (molto bergamasca) una realtà che era tedesca da mezzo secolo. Dal 1968, quando le Arti Grafiche erano entrate nella galassia della multinazionale Bertelsmann. Da un proprietario tedesco all’altro.
Nell’ottobre del 2014 era arrivato, infatti, il Fondo Bavaria, sede a Monaco che, aveva rilevato da Bertelsmann-Arvato le attività che allora si chiamavano BePrinters, ribattezzandole Arti Group. Nel marzo del 2017 la Cpz di Marzio Carrara già ci aveva messo uno zampino, acquistando dalla stessa Arti Group, (di cui Bulfon era amministratore delegato, subentrato nel 2016 a Johann Kral) le Grafiche Johnson (produzione di calendari ed agende). L’opera si è completata. Agh si prende Eurogravure di Treviglio (uno dei più grandi complessi industriali dell’editoria, su un’area di 200 mila metri quadrati stampa libri, volantini e cataloghi) e il Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo (specializzato in stampa offset, roto-offset e flessografica e nella produzione di riviste, cataloghi, libri).
L’annuncio dell’operazione aveva fatto capolino anche sul sito del fondo tedesco che non si era dilungato in particolari: si citano i ricavi delle realtà cedute che nel 2017 vengono indicati in 100 milioni di euro. Quanto a Lediberg se l’azienda era uno dei sette investimenti del portafoglio del fondo internazionale Pillarstone (insieme ad altre realtà come Sirti, Premuda, Manucor, Burgo e Alfa Park) per Marzio Carrara si è trattato dell’ennesimo colpaccio industriale messo a segno. Un impegno di rilancio non da poco, stante il fatto che per i 600 lavoratori della Lediberg era scattato il contratto di solidarietà che riguardava anche la controllata Castelli Bolis Poligrafiche SpA con il brand Nazareno Gabrielli. Dalla sua, Lediberg che aveva chiuso il 2014 con ricavi per 145 milioni, aveva il fatto di rappresentare nel panorama internazionale, una delle pochissime realtà industriali che produce agende (tra l’altro anche con un polo produttivo in Brasile).
Un mercato che la moderna tecnologia non ha soppiantato del tutto, perché uno degli oggetti più importanti, al giorno d’oggi, è l’agendina, che non potrà mai essere completamente sostituita – nella sua funzione – dai pur sofisticati cellulari moderni. Nell’agenda sono elencate, giorno dopo giorno, le giornate, con i relativi impegni, le ricorrenze, gli eventi speciali, le annotazioni.
Un oggetto amatissimo nel mondo per il quale scatta l’acquisto ad inizio anno. “L’acquisto di un’agenda - sostiene Marzio Carrara – deve tenere conto di vari fattori; tra questi, dimensioni e formato, colore, peso, organizzazione interna.
Boost immette sul mercato un gran numero di linee diverse, sufficienti ad accontentare anche i più esigenti. C’è, infatti, chi preferisce qualcosa di sobrio e maneggevole, chi ha bisogno di molto spazio per gli appunti, e ancora chi desidera un oggetto bello da guardare. Siamo in grado di accontentare tutte le esigenze con una personalizzazione che è un plus distintivo”.
Il riposizionamento del know-how di Lediberg è passato, grazie a Marzio Carrara, da un alleggerimento della posizione debitoria e dall’innesto di capitali freschi. Ma in Boost le best practice vedono in campo altri elementi: la flessibilità dell’apparato produttivo e l’innovazione tecnologica dei processi utilizzati, nonché la corretta gestione del problema ambientale, con un’ampia parte della produzione ottenuta da materie fibrose riciclate. “L’investimento tecnologico costituisce da sempre una leva competitiva fondamentale per le imprese del settore”, afferma Marzio Carrara.
Oggi gli investimenti sono indirizzati ad aggiornare e migliorare la qualità del sistema d’offerta più che ad incrementare la capacità produttiva. Specializzazione produttiva, ottimizzazione dei processi e flessibilità costituiscono fattori fondamentali di successo mentre si accentua l’innovazione tecnologica e cresce la globalizzazione del settore” conclude Carrara a capo di una galassia della cartotecnica che assicura una filiera produttiva a 360 gradi, realizzata in un periodo in cui i settori della Grafica e della Carta hanno visto nel 2019 incidere come fattori dirimenti il costo delle materie prime e il rallentamento degli investimenti in macchinari.
“L’obiettivo per Boost - conclude Marzio Carrara – è quello di crescere in termini di redditività con importanti investimenti in nuove tecnologie e un piano industriale basato sul valore aggiunto dato da una produzione industriale unica al mondo nel suo genere”.