Al Consiglio nazionale del sindacato autonomo dei lavoratori finanziari il segretario generale, Sebastiano Callipo, parla di riforma del fisco, di evasione e dell'amministrazione finanziaria e la mozione finale ribadisce l'impegno per il rinnovo del contratto (video)
Più partecipazione del personale, più coinvolgimento delle forze sociali, più investimenti in risorse umane e finanziarie. Per riconoscere il sistema delle agenzie fiscali quale snodo strategico autonomo ed eccellente e contribuire all'ammodernamento della pubblica amministrazione. E' il messaggio che arriva dal Consiglio nazionale del Confsal Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari guidato da Sebastiano Callipo, riunito in questo fine settimana a Tivoli.
Una tre giorni, che vede anche svolgersi la Conferenza consultiva dei segretari regionali e la Conferenza organizzativa dei quadri periferici del Confsal Salfi, intitolata 'La tutela del personale nella modernizzazione della P.a.'. Al centro dei lavori l’analisi della situazione attuale del sistema agenziale con riferimento alle diverse criticità e alle aspettative della categoria.
A confrontarsi, con i dirigenti sindacali, rappresentanti delle istituzioni e in particolare del ministero dell'Economia e delle Finanze e delle commissioni parlamentari, delle Agenzie fiscali, delle commissioni tributarie, studiosi ed esperti.
Al dibattito è intervenuto Vincenzo Visco, economista ed ex ministro delle Finanze, sottolineando l'importanza dell'indipendenza delle agenzie fiscali, "che non vuol dire discrezionalità - ha precisato - ma responsabilità e quindi regole e controlli", strutture, ha aggiunto, "che devono essere protette perché sono impopolari per definizione". Visco ha assicurato che, "riorganizzando il sistema in modo adeguato, l'evasione fiscale si può dimezzare in pochi anni", perché "prima della repressione c'è la buona amministrazione".
A portare il suo contributo alla riflessione su questi temi, durante il Consiglio nazionale del Confsal Salfi, anche Raffaello Lupi, docente di diritto tributario, affermando che "bisogna riportare la cultura valutativa all'interno dell'Agenzia delle entrate e spiegare la funzione di determinazione dei tributi".
Sul fronte politico-istituzionale, il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, Maurizio Leo, ha affrontato la questione del concorso, rimarcando che "il problema è la modalità di svolgimento: il concorso deve essere calato nella realtà dell'amministrazione". Mentre Carla Ruocco (M5S), membro della commissione Finanze della Camera, ha ribadito che l'amministrazione finanziaria "deve essere valorizzata al massimo" e che occorre partire dalla "efficienza delle scelte politiche".
A rappresentare l'Agenzia delle entrate, al Consiglio nazionale del Confsal Salfi, è stato il vicedirettore Eduardo Ursilli, il quale ha enumerato gli obiettivi raggiunti dall'amministrazione, a partire da quello relativo alla riscossione. "Si tratta di prodotti di altissimo contenuto tecnico - ha detto - e per realizzarli occorrono competenze ma anche entusiasmo e passione per il proprio lavoro e un elevato senso di appartenenza".
Ursilli ha parlato di "consapevolezza dei nostri valori che in tanti anni abbiamo costruito", pensando a "quei 40mila funzionari che mi fanno guardare avanti con fiducia". "Certamente - ha ammesso - dobbiamo ancora intervenire sul modello organizzativo, soprattutto rispetto all'impegno che ci chiede questo 2016, ma il fattore critico di successo resta quello umano".
Concludendo i lavori, il segretario generale del Confsal Salfi, Sebastiano Callipo, ha ribadito "l'intollerabilità del blocco contrattuale, della demolizione dei percorsi di carriera, della grave insufficienza del sistema convenzionale in atto a garantire adeguate retribuzioni tabellari e accessorie e prospettive di crescita, per il personale e per l'opera di 'derattizzazione culturale' in atto contro il 'partito degli evasori'". "Un ambizioso progetto - ha concluso - che comporta l'esistenza di un personale altamente qualificato e profondamente motivato, e quindi adeguatamente retribuito, essendo un magistrato del fisco, che non può essere degradato, nell'immaginario collettivo, a travet".