“L’atteggiamento del governo sulle Agenzie fiscali è assolutamente criptico, per non dire silente e comunque sordo alle istanze delle organizzazioni sindacali”. E' il giudizio espresso da Sebastiano Callipo, segretario generale del Confsal Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, nella sua relazione al Consiglio nazionale riunito a Tivoli.
Callipo sostiene che “va ripristinata la funzione costituzionale dell’amministrazione finanziaria” e punta il dito sulla riforma fiscale all’orizzonte, che “si atteggia, soprattutto, come una rivoluzione elettorale, piuttosto che una modernizzazione del sistema fiscale”.
Per Callipo, “occorrerebbe invece tenere indenne l’amministrazione finanziaria dall’utilizzo politico-elettoralistico, dal che il riconoscimento della sua autonomia, della sua credibilità, con segnali concreti, quali quelli imposti dalla sua specificità, distintività, strategicità e dalla funzione di deterrenza e di compliance da svolgere nell’applicazione di una normativa fiscale tra le più complesse, inique, contraddittorie e mal applicate in Europa, anche dagli organi giurisdizionali”.
Un'amministrazione finanziaria, avverte il segretario generale del Confsal Salfi, che, invece, “subisce ancora una volta il riconsolidamento dei poteri d’indirizzo politico e governativo sull’azione gestionale-amministrativa”. Mentre, avverte, “il sistema Paese necessita più che mai di un’amministrazione finanziaria che goda di rispetto, investimenti e tutela”.
“In tale contesto di implicita destrutturazione del sistema agenziale, va potenziato il ruolo e la mission e la credibilità del medesimo, per non pregiudicare un serio contrasto all’elusione e all’evasione fiscale, che a parer nostro non sembra far parte del programma governativo”, osserva Callipo.
“Il blocco contrattuale, gli incisivi tagli lineari di risorse finanziarie, gli interventi di ripubblicizzazione del rapporto di lavoro, con incursioni legislative su materie squisitamente contrattuali, in un generale clima politico, mediatico e di opinione pubblica, di pesante e diffusa delegittimazione, hanno scippato all’immagine agenziale prestigio, credibilità, affidabilità, attrattività, demotivando almeno tre generazioni di funzionari”, conclude.