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Valore impresa: tavoli tecnici con istituzioni per favorire sviluppo pmi

Valore impresa: tavoli tecnici con istituzioni per favorire sviluppo pmi
23 luglio 2018 | 16.04
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Attivare dei tavoli tecnici con gli interlocutori istituzionali per superare le problematiche delle pmi e aiutarne lo sviluppo. E' la richiesta che arriva da Valore Impresa, che recentemente ha promosso la manifestazione Stati generali delle piccole imprese e delle professioni.

"Noi con gli Stati generali -spiega a Labitalia, Massimo Matteoli, componente comitato presidenza Valore impresa- abbiamo ottenuto una diffusione e una sensibilizzazione sulle problematiche delle pmi. La nostra ambizione è di rendere concrete le nostre proposte attivando dei tavoli tecnici con gli interlocutori istituzionali, con il supporto degli esperti del settore per arrivare a far sì che le nostre proposte non rimangano un puro esercizio ma che trovino effettiva applicazione e concretezza".

E Valore impresa continuerà nei prossimi mesi a portare avanti la propria attività. "Stiamo cercando -spiega ancora Matteoli- di realizzare un evento in cui affronteremo il problema della disoccupazione giovanile cercando di fare sistema fra mondo dell'università e mondo del lavoro per dare una risposta sistemica sul problema della disoccupazione giovanile".

Tanti i temi al centro dell'attenzione di Valore impresa, a partire da fisco e rischio fallimenti, come spiega, a Labitalia, Marco Ertman, esperto fisco di Valore impresa: "Lo scorso anno di fronte alle forze politiche, in particolare di fronte alla Lega, abbiamo proposto -sottolinea- la facoltà per le imprese italiane di compensare tutti i loro crediti commerciali verso la pubblica amministrazione, per forniture che avevano effettuato, con debiti d'imposta o contributivi. Questo perché non si può più assistere a un'Italia in cui soggetti che hanno un credito verso lo Stato per tributi o contributi".

"Quindi, noi abbiamo chiesto -continua- che fosse possibile una compensazione totale agevole. Il principio è già nella norma ma mancano le regole attuative per cui è rimasto un principio vuoto e privo di funzionamento. Noi abbiamo proposto un funzionamento agile, decorsi i 90 giorni senza contestazioni deve essere direttamente compensabile".

"Questi principi -conclude- sono stati raccolti dal contratto di governo M5S-Lega per cui siamo diventati molto fiduciosi che ciò che Valore impresa sta chiedendo per il rilancio dell'economia avvenga".

E sui problemi di accesso al credito Paola Iannarelli, esperta di credito di Valore impresa, spiega che "le nostre proposte sono sostanzialmente tre". "La prima -elenca- riguarda il merito creditizio e quindi l'iscrizione delle imprese al Sic, il sistema di informazione creditizia, perché la normativa oggi prevede oggi dei tempi molto lunghi e autonomi nel potersi cancellare una volta sanata la posizione debitoria. Quindi, si chiede che l'imprenditore o il privato che sana la propria posizione possa chiedere la cancellazione dal Sic senza attendere i tempi lunghi che rischiano di impedire ancora l'accesso al credito per le imprese e portale verso il fallimento".

"Guardando ai nuovi mercati, in particolare a quello del Fintech, a quello che sfrutta Internet, che è la vera rivoluzione del terzo millennio, allora -prosegue- qui c'è molto da poter fare. L'Italia è in forte arretrato, parliamo del 6% di intermediazione creditizia rispetto al 60% degli altri Paesi. E' un sistema che agevola di più le piccole imprese perché le mette in contatto, con una piattaforma digitale, con piccoli e grandi investitori, con dei tempi molto veloci, 24 ore di delibera e 72 ore di erogazione, con costi molto più bassi e interessi maggiori per chi investe".

"Per stimolare questo mercato -continua- chiediamo di agevolare il sistema normativo e autorizzativo di queste imprese e dall'altro di diminuire la tassazione".

"La terza e ultima proposta di Valore impresa -conclude- è quella di creare un fondo di partecipazione, visto che ce ne sono molto pochi che aiutano le start up. Vi parteciperebbe la stessa Valore impresa trasformando la quota associativa in quota partecipativa, partecipando al valore economico del Fondo con tutti i diritti e obblighi che ne conseguono e dove parteciperebbe Cdp, fondi privati e pubblici e soprattutto le casse di previdenza che spesso hanno denaro da investire. Queste tre misure aiuterebbero le pmi".

Attenzione anche all'accesso agli appalti pubblici per le pmi, come illustra Giuseppe Cavuoti, esperto di regole del mercato di Valore impresa: "Sicuramente servono regole più certe -spiega a Labitalia- che garantiscano la semplificazione dell'intero processo anche telematico che poi deve disciplinare anche gli appalti pubblici".

"Le proposte di Valore impresa -conclude- puntano a una semplificazione documentale anche attraverso un'autorità indipendente che possa controllare periodicamente l'operato delle stazioni appaltanti e l'identificazione di una quota di questi appalti pubblici dedicati a consorzi composti da pmi per consentire loro un percorso agevolato per gli appalti pubblici".

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