Il presidente: "Condivisibile l’obiettivo del Governo di tutelare le finanze pubbliche"
"Una vera e propria doccia fredda per imprese e professionisti coinvolti nel mercato dei bonus edilizi: questo rappresenta il decreto-legge n. 11 approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri e subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E' operativo da subito, quindi, lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura per tutti i bonus fiscali, compreso chiaramente il superbonus. Restano esclusi da questo blocco gli interventi già avviati (per i quali, quindi, sia stata presentata la Cila o la Cilas entro il 16 febbraio, sia stata adottata la delibera assembleare - per interventi in condominio - e sia stato richiesto il titolo abilitativo - per gli interventi di demolizione e ricostruzione), che potranno ancora optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Invece, gli interventi avviati a partire da oggi, 17 febbraio, potranno usufruire solamente della detrazione Irpef". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Mirco Mion, presidente Agefis (Associazione geometri fiscalisti.
"Prendiamo atto con rammarico - commenta - di questo stop introdotto dal Governo nella serata di ieri e da subito operativo: la preoccupazione, infatti, è quella di un temibile ritorno al passato per il mondo dell’edilizia. L’introduzione del Superbonus, con lo sconto in fattura e la cessione del credito anche per gli altri bonus, ha infatti dato enorme impulso alle attività di tutto il settore edilizio e alle professioni tecniche. Il blocco alle cessioni causerà una crisi che colpirà certamente tutto il comparto: imprese, professionisti tecnici, lavoratori".
"Il decreto-legge - ricorda - nasce con l’obiettivo di adottare ulteriori e più incisive misure per la tutela della finanza pubblica nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche in materia edilizia e di definire il perimetro della responsabilità derivante dal meccanismo della cessione dei crediti ad essa connessa. Per cercare di risolvere il problema dei crediti fiscali bloccati, il decreto-legge introduce quindi una limitazione alla responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti (compresi i correntisti che comprano dalle banche), escludendo una condotta negligente qualora abbiano acquisito tutti i documenti necessari".
"Il meccanismo della cessione del credito - avverte il presidente Agefis -era però, nella realtà dei fatti, già in stallo da mesi: è senza dubbio necessario trovare una soluzione incisiva per sbloccare l’enorme massa di crediti fiscali incagliati, per ridare liquidità alle imprese e far ripartire i cantieri".
"Il blocco dell’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici - commenta - non sembra andare, purtroppo, in questa direzione: il decreto, infatti, ha arrestato sul nascere le iniziative di alcune pubbliche amministrazioni (Regioni e Province) che avevano iniziato ad intraprendere operazioni di acquisto di crediti fiscali".
"E' certamente condivisibile - sottolinea Mion - l’obiettivo del Governo di tutelare le finanze pubbliche, ma non dimentichiamo gli effetti positivi generati in questi ultimi anni dal rinvigorito mercato dell’edilizia: emersione del nero e crescita del gettito iva, aumento dell’occupazione, una forte spinta alla transizione ecologica del paese, fino ad arrivare ad una crescita del pil nazionale. Non solo indebitamento, quindi".