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Terremoto: il perito, Stato si rivolga a privati per valutazione danni e rimborsi

Terremoto: il perito, Stato si rivolga a privati per valutazione danni e rimborsi
27 gennaio 2017 | 12.15
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Dopo ogni terremoto o calamità naturale c'è la conta dei danni. Ma il sistema adottato in Italia è troppo farraginoso e burocratico ed economicamente non conveniente, sia per i cittadini sia per lo Stato. Per questo l'Aipai, Associazione italiana periti assicurativi incendio e rischi diversi (circa 300 soci nelle cui strutture però operano oltre 1.500 professionisti su tutto il territorio italiano), lancia una proposta: "Il sistema privato costituito dai professionisti specialisti del settore, i periti, diventi uno strumento a servizio della Protezione Civile per il ristoro dei danni subiti dai cittadini, con grandi vantaggi dal punto di vista etico-sociale, anche in termini di efficienza e con una forte riduzione dei costi a carico dello Stato e, conseguentemente, della fiscalità generale".

A illustrare la proposta a Labitalia è Pietro Adorni, tesoriere dell'Aipai. Con una premessa: "In Italia non c'è l'obbligo di assicurare case e alberghi sui danni da eventuali terremoti o calamità naturali, ma le polizze su questo tema sono in aumento. Anche se corre l'obbligo di dire che non sempre i gruppi assicurativi concedono la polizza in presenza di rischi molto alti".

Ma il problema vero, spiega Adorni, riguarda il sistema di valutazione e di liquidazione dei danni. "Dopo il recente terremoto che ha colpito il Centro Italia, il governo ha emesso un decreto legge ove sono indicati criteri e modalità di assegnazione dei contributi erogati nei confronti di chi ha subito danni a seguito dell’evento. Senza voler entrare dettagliatamente nel merito, posso dire che il sistema appare senz’altro complesso, spesso non equo, caratterizzato da procedure burocratiche rilevanti e impegnative", dice.

Quello che i periti dell'Aipai contestano è soprattutto "la quantificazione dei danni, oggi parametrizzati in modo identico, e che non tiene conto di importanti variabili", spiega Adorni aggiungendo che invece "il sistema privato assicurativo si occupa di danni da calamità naturali da un secolo, e ha regolamentato la liquidazione dei danni di questo tipo, all’interno di un contratto di polizza, in pochi articoli che stanno in una pagina".

Adorni, che lavora nel parmense, cita come esempio proprio il caso del terremoto che ha interessato l’Emilia Romagna nel maggio 2012, "vissuto dal sottoscritto in prima persona", dice: in quell'occasione "il comparto assicurativo ha liquidato il 90% dei danni in circa 7 mesi, attraverso l’operato dei periti liquidatori".

Attraverso il Colap (che l’ha presentata come emendamento all’art. 5 del ddl sul lavoro autonomo in discussione alla Camera), Aipai ha messo nero su bianco una proposta sulle calamità naturali. "Proponiamo un sistema -ricorda Adorni- che presenta molti vantaggi per la comunità e per lo Stato".

Tra questi, specifica, "l'etica sulla quantificazione dei danni, oggi parametrizzati in modo uguale per tutti". "Noi proponiamo invece -sottolinea Adorni- di dare beni identici a quelli esistenti consentendo di adeguare in sicurezza alle attuali norme i fabbricati danneggiati mettendo in sicurezza anche per il futuro il territorio; tempistica sicuramente più veloce, come nel caso Emilia; semplificazione burocratica per i cittadini che hanno un unico riferimento per i loro rimborsi, e per il sistema pubblico che non deve più effettuare verifiche sugli importi".

Non solo. Ci sarebbe "riduzione dei costi per lo Stato e di conseguenza sulla fiscalità generale di tutto il sistema, mentre le somme sarebbero messe a disposizione dei cittadini - assicura - in modo semplice e veloce, e il sistema pubblico dovrà solo verificare le procedure sulle autorizzazioni senza modifiche nulla rispetto all'ordinario".

E tutto questo grazie "all'etica collaudata dei professionisti, perché chi lavora da anni con le compagnie è soggetto continuamente a verifiche e controlli: nella nostra attività siamo abituati a gestire soldi altrui", conclude Adorni.

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