"Il Comitato unitario delle professioni e la Rete delle professioni tecniche hanno incontrato oggi a Roma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per approfondire le distorsioni del mercato a seguito della cancellazione di ogni riferimento, a partire dal 2006 con le liberalizzazioni, anche solo orientativo, sui compensi. I ceti professionali italiani, infatti, sono sempre più spesso costituiti da lavoratori intellettuali alla mercé di soggetti contrattualmente più forti, in grado di imporre clausole vessatorie. Da qui la richiesta congiunta di prevedere nel nostro ordinamento una legge sull’equo compenso". E' quanto si legge in una nota unitaria del Cup (Comitato unitario delle professioni) e Rpt (Rete delle Professioni Tecniche).
"Negli ultimi mesi Cup e Rpt -spiega ancora la nota- hanno affrontato la questione a più riprese, nell’ambito delle audizioni svolte in Parlamento e nei contributi documentali inviati agli organi decisori della Repubblica. La giusta attenzione nei confronti dei compensi professionali rappresenta per gli iscritti agli albi un punto nodale: per quanto attiene all’aspetto economico, per una effettiva ed efficace tutela della committenza e per il rispetto della dignità professionale dei liberi professionisti".
"Le rappresentanze degli ordini e dei collegi, in particolare, hanno seguito l’iter legislativo -spiega ancora la nota- che sta portando all’approvazione del Jobs Act del lavoro autonomo e, sin dall’inizio, in più di una circostanza hanno fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento".
"Durante l’incontro è stato segnalato al ministro del Lavoro -spiega ancora la nota- che la prestazione di opera professionale, come nel lavoro subordinato, trova nel 'giusto compenso economico' un canone generale che accompagna da sempre la legislazione giuslavoristica. L’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare detto principio nell’ambito dei rapporti di lavoro autonomo professionale".
"Il testo del Jobs Act del lavoro autonomo -spiega Marina Calderone, presidente del Comitato unitario professioni- ha avviato un dibattito politico intorno all’equo compenso che ha portato i rispettivi presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, ad impegnarsi attivamente al fine di tutelare di più e meglio il lavoro intellettuale. Apprezziamo che anche il ministro Poletti abbia voluto ascoltare le nostre ragioni, prendendo atto delle richieste e garantendo la massima attenzione sul tema".
"E' importante sottolineare -aggiunge Armando Zambrano, coordinatore della Rete- come, ancora una volta, gli ordini e i collegi portino avanti le istanze dei professionisti, monitorando i temi argomento di dibattito in Parlamento e nei ministeri, approfondendo i testi legislativi, proponendo opportune correzioni e sensibilizzando i decisori politici attraverso incontri e tavoli di confronto, per sostenere le argomentazioni a sostegno dei professionisti tecnici".