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Un calendario in latino per raccontare la Città Eterna con protagonisti i vini della Roma Doc

Promosso dal Consorzio di tutela e realizzato con il contributo di Arsial

Un calendario in latino per raccontare la Città Eterna con protagonisti i vini della Roma Doc
27 settembre 2023 | 22.36
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Se il 2023 ha visto la partecipazione del Consorzio a un fitto programma di eventi dedicati al pubblico di consumatori, incontri ad hoc con buyers esteri e momenti di dialogo con la stampa di settore e gli addetti ai lavori, il finale di questa intensa annata fa già da trampolino di lancio per un 2024 che si preannuncia altrettanto ricco di appuntamenti. Va intesa in tal senso la presentazione di un vero e proprio calendario 2024 firmato Roma Doc, e realizzato con il contributo di Arsial, che in 12 scatti inediti racchiude i vini del Consorzio incastonati negli scorci più identitari della Capitale.

Dal Pantheon e Piazza Navona, dall’Isola Tiberina a Castel Sant’Angelo fino a Trastevere, l’ultimo progetto a cura del Consorzio racconta la storicità della denominazione mediante il connubio tra i vini e i luoghi di Roma. Un legame millenario indissolubile, ripercorso attraverso lo sguardo di 6 giovani creator che spaziano dal settore enogastronomico, alla moda, al mondo dei viaggi. Un prodotto, il calendario firmato dal Consorzio, che oltre l'innegabile fascino costituito dalla bellezza delle immagini, può contare su un quid in più: quello di essere interamente in latino.

“Una scelta tutt’altro che casuale - sottolinea Tullio Galassini, presidente del Consorzio - alla quale pensavamo già da tempo, e che è in linea con il nostro percorso sempre in bilico tra passato, presente e futuro. Il latino è alla base di moltissime delle lingue moderne, così come Roma è la culla della civiltà occidentale; diciamo che questa operazione in qualche modo evidenzia tutti questi elementi e lo fa con un prodotto di uso quotidiano che abbiamo affidato al talento di sei tra i volti più noti del web, che hanno immortalato in 12 foto, una per ogni mese dell’anno, questo binomio indissolubile di cui il Consorzio Roma Doc si sente in qualche modo custode”.

Il progetto, a conclusione dell’anno 2023, porta avanti il percorso di comunicazione intrapreso dal Consorzio che mira all’attenta promozione dei vini e nel contempo, a raccontare la tradizione enologica, il legame con il territorio e il bagaglio valoriale che costituiscono il pregio della Roma Doc. Una direzione condivisa già da tempo da tutte le cantine, che guarda al futuro della denominazione e al desiderio d’internazionalizzazione, insito già nel nome della Doc, mantenendo comunque salde le radici con il passato. Il calendario rappresenta così il punto d’incontro tra i vini di Roma e la città stessa, tra la storicità e la modernità, che costituiscono le due facce complementari della denominazione.

“È proprio il legame tra il vino e Roma il fulcro della denominazione - puntualizza Rossella Macchia, vicepresidente del Consorzio - e da qui il nostro impegno per consolidare la liaison tra le aziende produttrici e il trade romano. Nei mesi scorsi abbiamo lavorato in questo senso, ribadendo quanto la Capitale rappresenti il naturale punto di riferimento dei vini Roma Doc. Contiamo quindi su un’azione sinergica tra aziende, istituzioni e associazioni di settore, per far sì che il nuovo calendario entri nei ristoranti, enoteche, alberghi della nostra città, ponendosi come importante biglietto da visita tanto per i romani quanto per i turisti”.

E sull'importanza dei Vini Roma Doc come eccellenza della Capitale e sulla funzione del calendario come elemento di estrema rappresentatività si sono espressi anche l’assessore di Roma Capitale ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda, Alessandro Onorato, e Giancarlo Righini, assessore al Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste della Regione Lazio, concordi nell’affermare che mai come in questo momento, Roma è al centro dell’attenzione mondiale e che asset come quello della produzione agroalimentare, della ristorazione e dell’hospitality necessitano di una comunicazione forte e di una solida connessione tra il tessuto sociale-produttivo romano e le istituzioni.

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