"Il futuro è un punto di svolta. Abbiamo scelto il futuro perché il manager deve progettare, programmare ciò che accade nel presente ma soprattutto nel futuro della propria azienda. Pensiamo che il futuro appartenga alle aziende, in particolare a chi le guida, che sono in grado di pensare al futuro, quindi di crescere, di superare questa fase di difficoltà uscendone più forti e più solide, con una guida, con le competenze, con i tecnici che ci servono, con i provvedimenti che aiutano a ripartire". A dirlo Mario Mantovani, presidente di Manageritalia (Federazione nazionale dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato), in occasione dell'assemblea dal titolo 'Riprendiamoci il gusto del futuro'.
"Abbiano pensato anche però - avverte - che accanto alle aziende che devono ripartire occorra riprogettare la nostra società su basi più solide, quindi prevedere che nessuno rimanga indietro. Il tema di un ammortizzatore sociale universale, per quanto differenziato, è per noi veramente fondamentale: o ripartiamo tutti insieme, o abbiamo una comune visione del futuro o altrimenti è molto difficile che riusciamo a raggiungere dei risultati".
"E dobbiamo anche pensare - suggerisce Mantovani - alle famiglie, il futuro è fatto di quei giovani, di quei bambini di cui oggi sentiamo la grande assenza, che è un'assenza quantitativa, si ripercuote sui sistemi di welfare ma che a volte è anche un'assenza culturale, siamo un Paese che fatica a pensare in termini di futuro più lontano, spesso dimentichiamo che il futuro passa anche attraverso lo sviluppo delle famiglie ed è il momento di avere delle politiche familiari realmente efficaci, di avere servizi, di consentire alle donne che lavorano di affrontare senza preoccupazioni la maternità e di avere quelle agevolazioni fiscali che in altri Paesi hanno portato tanti risultati".
"Tra le nostre proposte c'è quella di istituire la figura del 'destination manager' che raggruppi più territori accumunati da un medesimo interesse sulla destinazione, rimanendo nell'ambito del turismo, e che quindi possa governare i processi digitali articolati e complessi".
"Occorre coinvolgere - auspica - i manager non solo nelle fasi progettuali, ma anche nelle task force territoriali che dovranno realizzare i progetti sul territorio in collaborazione con le amministrazioni locali: le competenze e le esperienze giuste per effettuare interventi non emergenziali, ma di sviluppo strutturale e infrastrutturale, che restino sul territorio".
"Oggi bisogna fare delle scelte e favorire chi è in grado di aggregare. Il privato - spiega - può investire in un'azienda strutturata finanziariamente in modo trasparente, con la possibilità di incidere sulle politiche e sulle strategie e con un asset che sia liquidabile".
"Finché non rafforziamo l'accesso al mercato dei capitali - sottolinea - è difficile che aumentano le risorse a favore della cosiddetta economia reale".
"Bisogna fare - suggerisce Mantovani - qualche scelta, ci sono settori molto frammentati con aziende molto deboli in cui l'aggregazione sarebbe da favorire. Noi siamo per gestire meccanismi di crescita anche accelerata; gli strumenti e le vie ci sono senza snaturare i meccanismi proprietari".
"Nelle aziende le donne portano qualità e quantità, arricchiscono - spiega - l'impresa e in particolare nel management avere una visione allargata, non ripetitiva o stereotipata, è fondamentale. Il contributo è importante".
"Nelle nuove nomine di dirigenti del nostro settore - sottolinea - circa il 33-34% delle nuove assunzioni è di donne. E' chiaro che il numero assoluto è difficile da muovere perché le generazioni precedenti avevano una percentuale molto bassa di donne manager, per cambiare quel numero serviranno anni".
"Siamo soddisfatti? - si chiede Mantovani - No, rispetto alle competenze che mettono in campo all’uscita del periodo scolastico ci si aspetterebbe di avere almeno il 50%. Questo non accade - conclude -perché in effetti la vita della manager è abbastanza stressante e difficile e mancano alcuni servizi fondamentali ma la mentalità sta cambiando anche se non dappertutto e in maniera sufficientemente rapida".