Progetto di cui è capofila Inca Cgil rivolto a cittadini di Albania, Senegal, Egitto, Marocco e Tunisia.
Aiutare i cittadini extracomunitari a ricongiungersi coi propri familiari già residenti in Italia, riunire famiglie che spesso non stanno insieme da molti anni. E non solo: preparare anche questi cittadini di Paesi lontani, ad entrare in Italia con la conoscenza delle basi della lingua italiana e la consapevolezza dei nostri valori, a partire dai diritti e doveri sanciti dalla Costituzione. E' il progetto Form@2, prosecuzione del progetto Form@ terminato a fine 2019, e presentato questa mattina in streaming su Zoom e su Facebook.
Form@2 è finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione e vede il ministero dell’Interno nella veste di autorità responsabile e il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nella veste di autorità delegata. La Finalità di questa nuova edizione, Form@2, è la qualificazione dei percorsi per ricongiungimento familiare attraverso l’acquisizione della conoscenza di lingua, cultura e valori del nostro Paese, al fine di facilitare i processi di integrazione. Interessa la mobilità da Albania, Senegal, Egitto, Marocco e Tunisia.
La prima edizione del progetto Form@, realizzata in 11 paesi (Albania, Egitto, Marocco, Senegal, Tunisia, Moldova, Perù, Cina, Ecuador, Ucraina, India), ha consentito di formare oltre 3.600 persone, prima del loro ingresso in Italia, di cui 1.261 minori e 16 persone con particolari vulnerabilità, anche disabili. Il progetto Form@2 è realizzato da Inca Cgil (coordinatrice Francesca Grassi, responsabile di progetto Emanuele Galossi), capofila in Ats insieme a Inas Cisl, Ital Uil, patronato Acli, oltre ad Anolf (associazione nazionale oltre le frontiere), Unirama e Ils (international language school). La presentazione del progetto è stata anche l'occasione per un ricordo corale di Guglielmo Epifani, per molti anni leader della Cgil e instancabile tessitore dell'unità sindacale.
La prima a ricordare il sindacalista e politico scomparso ieri è stata Tatiana Esposito, direttore generale dell'Immigrazione e delle politiche di integrazione del ministero del Lavoro che ha manifestato "il profondo dispiacere per la grave perdita". "Form@ -ha poi detto- è stata un'esperienza molto ricca, molto intensa, spesso andata molto oltre a quello che ci aspettavamo, grazie alla grande qualificazione degli operatori della rete che questo partenariato ha messo in campo nella precedente edizione, ed è molto positivo che questa ricchezza non sia andata dispersa. Abbiamo deciso di fare un investimento supplementare su questa azione insieme ad altri 10 progetti e Form@2 è stato il primo a partire nonostante il contesto molto difficile dovuto alla pandemia".
Proprio la diffusione del contagio da Covid e la necessità di proteggersi, ha trovato, anche nel progetto Form@2, un prezioso alleato nella tecnologia: all'app multilingue messa a disposizione per imparare e consolidare la conoscenza dell'italiano, si sono aggiunte la formazione a distanza e le chat su whatsapp. Anche se a volte, come ha testimoniato Talla Cisse dell'Anolf Senegal, in certi Paesi l'infrastruttura telematica è ancora carente. Molte le testimonianze dai territori, portate dagli operatori collegati on line: Essa Eskander dell'Uim Egitto, ha sottolineato la buona collaborazione con l'Ambasciata Italiana, in particolare con l'Ambasciatore d'Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, mentre Latifa Tichetti (Patronato Acli Marocco), ha parlato delle donne e dei bambini, principali destinatari del progetto di formazione nel suo Paese.
Dall'Albania Beskida Aliaj (Inas), ha raccontato che il patronato ha aiutato più di 100 famiglie a riunirsi in Italia e ha ricordato il grande legame tra i due Paesi: "L'immigrazione dall'Albania -ha detto- non si è mai fermata e gli albanesi sono una delle comunità più numerose e più integrate in Italia". Anche Bedra Hawari dell'Inca Tunisia ha parlato dell'ottima accoglienza del progetto Form@ nel suo Paese, augurando che l'iniziativa diventi strutturale.
"Le donne, insieme ai loro figli, sono sicuramente i maggiori destinatari di questi progetti -ha affermato Silvana Roseto, presidente Ital Uil- di ricongiungimenti familiari e sappiamo anche che le norme internazionali danno grande risalto a questo istituto. Quello che è importante è perseguirlo in maniera efficace e concreta, creando quelle basi e quelle condizioni affinchè l'immigrato una volta che raggiunge il proprio familiare non si senta, come dice lo scrittore Sayad 'fuori luogo' che vuol dire non avere la consapevolezza di appartenere ad una collettività e ad una società". Liliana Ocmin, responsabile settore immigrazione della Cisl, ha ricordato Saman e di come "sia importante aver inserito in Form@2 un modulo formativo specifico per le donne per aiutare e tramandare quell'importante consapevolezza dei diritti costituzionali sull'uguaglianza tra uomini e donne che un Paese civile come l'Italia offre".
Per Mohamed Saady, presidente Anolf, anche il "mondo dell'associazionismo degli immigrati ha deciso di investire in Form@2, cercando di dare sfumature diverse rispetto a Form@ perchè anche la pandemia ha contribuito a far emergere nuovi bisogni oltre a 'vecchie' criticità come i tempi troppo lunghi di risposta alle domande di ricongiungimento".
"L'avvio di Form@2 -ha poi osservato Paolo Ricotti, presidente del patronato Acli, è una buona notizia per il nostro Paese, dove il dibattito pubblico sull'immigrazione vede posizioni stereotipate che impediscono la comprensione di un fenomeno, quello delle migrazioni, che è ineludibile e indipendente dalla volontà di accettarlo o meno. L'immigrazione per l'Italia è un'opportunità, i ricongiungimenti familiari sono un'opportunità in più perché rendono stabili e integrate le scelte migratorie".