Non solo tradizione e antichi mestieri. Anche il mondo dell’artigianato, punta di diamante del made in Italy, si rinnova e apre le porte a nuove imprese, come quelle dei tatuatori. A raccontare come cambia questa fetta di mondo produttivo è la fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere sull’evoluzione dei mestieri artigiani negli ultimi 5 anni. Il settore, che conta oltre 1,3 milioni di imprese, ne ha perse quasi 100mila tra il 2013 e il 2018. Ma alcuni 'mestieri' crescono, raggiungendo anche numeri consistenti.
Aumentano le imprese di pulizia e quelle che si occupano di tatuaggi e piercing. Crescono i giardinieri e le agenzie per il disbrigo delle pratiche. Aumentano anche le imprese che confezionano accessori d’abbigliamento o le sartorie su misura, così come i designer, di moda e per il settore industriale. Si riducono, invece, le imprese di costruzioni e quelle che si occupano di ristrutturazione, i 'padroncini' addetti ai trasporti su strada, gli elettricisti, i falegnami e i meccanici.
E’ il caso dei servizi di pulizia, utilizzati soprattutto per uffici e aree commerciali, aumentati di quasi 5.700 unità, dei tatuatori (+4.315), giardinieri (+3.554), delle agenzie di disbrigo pratiche (+1.809) e dei parrucchieri ed estetisti (+1.758). Muratori e 'padroncini' diminuiscono, invece, rispettivamente di quasi 24mila e oltre 13mila unità.
In termini percentuali, ad aumentare di più tra settembre 2013 e settembre 2018 sono i servizi di pulizia (45%), le imprese artigiane di giardinieri (+27%) o quelle che si occupano della riparazione e manutenzione dei macchinari (+16%). A due cifre anche la crescita delle attività di confezione di vestiti da sposa o da cerimonia e le sartorie su misura (+11%). Tassisti, panettieri e parrucchieri/estetisti registrano incrementi meno elevati, compresi tra il +3,1 e il +1,4%.
Negli ultimi cinque anni, le maggiori sofferenze nel mondo artigiano hanno riguardato invece le imprese di costruzione, quelle di trasporto e le attività di falegnameria (-20% in tutti i casi). Le lavanderie si riducono del 17%, i piastrellisti del 15%, gli imbianchini del 14%, i fabbri del 13%. Anche le attività che realizzano lavori di meccanica generale, come la tornitura o fresatura, lasciano sul campo l’11% delle imprese. Considerando i valori assoluti, al primo posto per aumento del numero di imprese si incontrano i servizi di pulizia. E in questa fase di dura selezione del sistema artigiano, che prosegue ormai da tempo, spiega la nota Unioncamere/Infocamere, può essere interessante notare come si stanno orientando le diverse componenti imprenditoriali.
I giovani imprenditori, ad esempio, aumentano soprattutto tra i tatuatori, seguiti dai giardinieri, imprese di pulizie e designer di moda o industriali. Crescono anche nelle attività di street food (la ristorazione mobile). Le donne, invece, si focalizzano nei servizi per il benessere fisico, tipo personal trainer, nelle lavanderie e tintorie, tra le parrucchiere ed estetiste. Le imprese artigiane di stranieri, infine, aumentano soprattutto nelle diverse attività di confezionamento di abbigliamento, tra i calzolai e le agenzie di disbrigo pratiche.