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Ue: l'esperto, Trump vuole politica industriale non solo pro-Germania

Ue: l'esperto, Trump vuole politica industriale non solo pro-Germania
31 maggio 2017 | 11.31
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"Più che di 'guerra' parlerei di chiarificazione da parte del presidente Usa, Donald Trump, sulla questione dei rapporti commerciali e del surplus della Germania della cancelliera Angela Merkel. È positivo che non si parli più di protezionismo tout court, ma lo si inserisca in un paradigma di commercio libero, corretto e con reciproco vantaggio. Questa è un’interpretazione evoluta del concetto di globalizzazione. Trump si aspetta dall’Ue un piano di politiche industriali che non sia solo a vantaggio della Germania". E' l'analisi che, con Labitalia, fa Maurizio Primanni, esperto di economia e di finanza internazionali, Ceo di Excellence Consulting, società di consulenza del settore bancario, sul dopo G7.

Per quanto riguarda la posizione di Trump sul clima e sul Protocollo di Parigi, "è pretestuosa e secondaria rispetto al tema industriale-commerciale", avverte Primanni.

"Finché l’Ue non porrà le proprie politiche industriali su un piano di libero mercato e di competitività, il presidente americano utilizzerà gli strumenti a sua disposizione, i dazi e la non adesione al Protocollo di Parigi, per competere con la Germania, il cui surplus si basa sul cambio favorevole dell’euro sul dollaro, sull’alta produttività e i bassi salari degli operai tedeschi. La posizione di Trump è coerente con quanto sinora da lui sostenuto", ammette.

Secondo l'esperto, per assecondare l’amministrazione americana, la Germania dovrebbe "ridurre il surplus commerciale verso gli Stati Uniti cercando la domanda e vendendo in Europa, ma per questo è necessario che Ue e Germania adottino nuove politiche industriali per far ripartire le economie degli altri Paesi di area Ue in modo che accolgano l’offerta produttiva tedesca".

Quanto ai rapporti tra Usa, Uk e Giappone, Primanni dice: "Senza dubbio Usa, Uk e Giappone hanno interessi in comune. Il Regno Unito con Brexit perderà i vantaggi del mercato Ue, la sterlina si deprezzerà e l'Uk dovrà avere relazioni intense con gli Usa e altri Paesi extra Ue, a partire dalla Cina, per portare lavoro in patria. Il Giappone ha alcuni settori industriali, come quello delle auto, anch’essi indeboliti dalla concorrenza tedesca".

Infine, commentando la posizione dalla Francia di Emmanuel Macron, l'esperto conclude: "Prima di allinearsi alla politica economica della Germania, la Francia, come altri Stati Ue come l’Italia, dovrebbe fare una riflessione su quanto la condizione negativa attuale della sua economia non dipenda dalle scelte industriali della Germania".

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