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Welfare: con poche risorse pubbliche, le pmi sono più family friendly

Welfare: con poche risorse pubbliche, le pmi sono più family friendly
12 agosto 2015 | 12.16
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I programmi di welfare aziendale sono sempre più diffusi e non riguardano soltanto le grandi imprese: numerose sono ormai le aziende di medie dimensioni che ogni anno incrementano la platea delle imprese più responsabili e family friendly.

Proprio il target dimensionale delle Pmi è oggetto di due recenti interventi pubblici a sostegno del welfare in azienda: il Piano territoriale della Asl Milano 2 e la Regione Lazio, infatti, hanno stanziato specifiche risorse dedicate, rispettivamente, alle iniziative di conciliazione vita-lavoro e all’attivazione di servizi di asilo aziendale.

'Insieme Conviene', questo il nome del progetto milanese, è finanziato per 50mila euro, mentre 'Pacchetto Famiglia' della Regione Lazio è coperto con un milione di euro: importi non molto alti, visti gli obiettivi, ma che, se non altro, basteranno ad attivare iniziative che potranno poi servire da utile benchmark per altre aziende del territorio, favorendo la diffusione di buone prassi di welfare integrativo.

Gli ostacoli principali alla diffusione del welfare aziendale nelle Pmi sono rappresentati proprio dalla taglia dimensionale di queste imprese e da una disciplina fiscale non sempre particolarmente attenta alle specificità espresse da questo tipo di aziende quando esse si avvicinano a temi come la conciliazione vita-lavoro, la flessibilità, il sostegno al reddito generabile tramite formule di servizio che potrebbero essere maggiormente incentivate.

In alcune aree virtuose (come nel caso di Milano e della Regione Lazio), tramite lo stanziamento di fondi dedicati s’interviene almeno sul fronte dell’incentivazione all’introduzione di servizi di welfare aziendale.

Essenziale, però, per una reale diffusione delle prassi e per favorire l’accesso a questi fondi, è la snellezza procedurale e la chiarezza delle regole: troppo spesso le imprese, quando partecipano a questo tipo di bandi, devono fare i conti con appesantimenti burocratici che finiscono per farle desistere dal tentare di accedere al finanziamento disponibile.

Welfare Company, azienda a capitale interamente italiano, collegata a Qui! Group Spa, specializzata nell’allestimento di servizi a supporto dei programmi di welfare aziendale, è una delle imprese che affianca le aziende coordinandone le iniziative proprio in vista della partecipazione ai bandi di finanziamento con servizi di consulenza specializzata sulle tematiche oggetto degli stanziamenti pubblici.

"In particolare - spiega Giovanni Scansani, direttore generale di Welfare Company - poter rafforzare le risposte che i datori di lavoro esprimono, rispetto ai bisogni dei lavoratori, anche grazie agli sviluppi della tecnologia nel campo dei servizi di supporto che generano valore aggiunto per i Piani di welfare aziendale, dischiude nuove traiettorie che arricchiscono i progetti presentati in occasione di queste procedure pubbliche, ampliandone le possibilità di successo".

E' il caso, spiega Scansani, dei "portali web come il nostro MyWelfare, per la gestione del sostegno al reddito reso con servizi di work-life balance, o delle soluzioni basate su voucher come i Buoni acquisto MyVoucher associati a buoni conto anche digitalizzati accettati da tutte le catene di supermercati, o ancora alle carte cash-back, come MyCard, alleate degli acquisti quotidiani delle famiglie dei lavoratori ai quali offriamo una rete di oltre 30.000 negozi convenzionati".

Insomma, non più e non solo il classico buono pasto, ma "formule che sono in grado di raddoppiare la soglia esente da imposizione fiscale e previdenziale senza alcun costo per il datore di lavoro e che stanno avendo, ovviamente, un rilevante successo", conclude Scansani.

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