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Banche, Nattino: "Il segreto e il futuro è fare per prima cosa ciò che è utile per il cliente"

Il presidente onorario della Banca Finnat Euroamerica spa: "E' importante credere ancora che il lavoro non nasce dal nulla come l'erba, ma dalla buona volontà delle persone, da chi ci si applica, da chi rischia, da chi ci mette anche i propri patrimoni e dalla felicità nel vedere il sorriso di un giovane nel dirgli 'bene ti assumiamo'"

Giampietro Nattino
Giampietro Nattino
21 aprile 2023 | 12.48
LETTURA: 2 minuti

"Con tanti anni di lavoro ho avuto molte esperienze e il vero segreto è 'io per prima cosa devo fare quello che è utile per il mio cliente'. I nostri risultati sono legati al servizio che abbiamo sempre dato ai nostri clienti. Il nostro obiettivo, infatti, è servire il cliente cercando di capirne le esigenze, porre la migliore soluzione e cercare di essergli vicino nei momenti difficili sia dal punto di vista finanziario, ma anche delle volte psicologico ed umanitario". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Giampietro Nattino, oggi presidente onorario della Banca Finnat Euroamerica spa, in occasione della presentazione del suo libro-intervista 'Borsa e Valori. Storia della Finnat, dall'Ottocento ai giorni nostri', edito da Franco Angeli e curato da Maura Liberatori e Paolo Pagliaro.

"Abbiamo dei principi di fondo - sottolinea - cioè che dobbiamo lavorare anche per il nostro Paese. Questo libro nasce dall'intento di lasciare una traccia per il futuro, in modo che i miei nipoti sappiano che quello che troveranno nel tempo non viene casualmente, ma da tanto tanto lavoro, tanta applicazione, tanta prudenza e la gioia di creare lavoro anche per chi ci ha dato l'onore di 'venire con noi' a collaborare con la nostra azienda". "Sono nato nel 1935, ho assistito - racconta - al primo dopoguerra e, anche se avevo 10 anni, mi sono reso conto della realtà di un Paese distrutto e di tanta povertà. Eppure, tutti si sono rimboccati le maniche lavorando giorno e notte, perché c'era l'obiettivo di migliorare la propria posizione economica e questo Paese e così è stato".

"Il libro - fa notare Giampietro Nattino - termina con una frase che leggevo al salone d'ingresso del Banco di Santo Spirito a via del Corso, quando andavo a fare delle operazioni di cassa: 'Faber est suae quisque fortunae'. Per questo, ai miei figli e mai nipoti dico sempre di ricordarsi che la loro fortuna non è quello che trovano, ma quello che sapranno costruire con il lavoro, il sacrificio e con la dedizione". "E' importante - afferma - credere ancora che il lavoro non nasce dal nulla come l'erba, ma dalla buona volontà delle persone, da chi ci si applica, da chi rischia, da chi ci mette anche i propri patrimoni e dalla felicità nel vedere il sorriso di un giovane nel dirgli 'bene ti assumiamo'".

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