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Afghanistan, Iperti (Camera comm. Italia-Uzbekistan): "Rapporti commerciali non a rischio"

Il presidente: "Da Uzbekistan negli ultimi anni posizione neutrale nel Centro Asia"

Luigi Iperti, presidente della Camera di commercio Italia Uzbekistan
Luigi Iperti, presidente della Camera di commercio Italia Uzbekistan
26 agosto 2021 | 14.57
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"L'Uzbekistan negli ultimi anni ha sempre assunto una posizione neutrale nel Centro Asia, intessendo buoni rapporti a livello internazionali con le grandi potenze come Cina, Russia e Usa e con tutti paesi limitrofi. Per questo non credo che ci saranno difficoltà per l'Uzbekistan ad instaurare rapporti efficienti con i talebani. E non prevedo neanche ripercussioni nei rapporti commerciali tra Italia e Uzbekistan, che sono in ripresa dopo lo scoppio della pandemia e che a maggio di quest'anno hanno fatto segnare un +30% rispetto al 2020 e sono tornati al livello del 2019. Ma le potenzialità sono enormi". Così, in un'intervista con Adnkronos/Labitalia, Luigi Iperti, presidente della Camera di commercio Italia Uzbekistan, sulle possibili ripercussioni del ritorno dei talebani in Afghanistan sulla situazione del Centro Asia e anche sui rapporti economici tra Italia e Uzbekistan che confina proprio con l'Afghanistan.

Per Iperti, però, "i rapporti economici non dovrebbero avere ripercussioni, proprio per l'atteggiamento assunto dall'Uzbeskistan in questi anni; e poi non credo che i talebani proveranno ad ampliare la loro influenza oltre i confini nazionali. "Per quanto riguarda i rapporti tra Uzbekistan e il nostro Paese i rapporti sono buoni -continua- e potrebbero essere ancora migliori. Noi lavoriamo nel Paese da 20 anni, le importazioni dell'Uzbekistan dall'Italia riguardano per il 70% macchinari industriali", spiega ancora.

"L'Uzbekistan -continua Iperti- è poco più grande dell'Italia ma ha 34 milioni abitanti e le famiglie fanno ancora 3-4 figli con una crescita demografica importante. L'Uzbekistan ha già un importante tessuto industriale, produce infatti 250.000 automobili all'anno. Ha necessità, come noi negli anni Cinquanta e Sessanta, di sviluppare la media e piccola industria privata, come ha dichiarato il presidente Shavkat Mirziyoyev in un recente incontro con gli industriali del settore, e ha bisogno quindi di macchinari per la crescita del tessuto industriale. Proprio per questo, il mercato dell'Uzbekistan è molto interessante per le aziende italiane che operano nel Paese", conclude Iperti.

E per il vice presidente esecutivo della Camera di Commercio Italia Uzbekistan, Giorgio Veronesi, "in realtà, l’Uzbekistan e gli altri paesi della regione potranno avere un ruolo molto importante nel nuovo Afghanistan, promuovendo una visione di interesse comune di sviluppo economico regionale, senza l’interferenze delle grandi potenze, intese come Usa, Cina e Russia".

Per Veronesi, però, "la condizione di base, espressa da molte parti regionali e internazionali, è la rinuncia ad ogni forma di terrorismo da parte del nuovo governo afghano, che speriamo sia non più l’emanazione del solo pensiero talebano radicale, come in passato, ma pragmatico e rappresentativo delle varie etnie. Da questo punto di vista, sarà importante il ruolo che i rappresentanti dei governi precedenti (come l’ex presidente Hamid Karzai e i ministri in carica prima del ritorno dei Talebani, alcuni ancora al loro posto, come il ministro della Sanità) avranno nel dialogo con i talebani e nella formazione del nuovo governo", continua.

"Se invece le cose dovessero purtroppo svilupparsi diversamente, con un ritorno alla visione talebana radicale del passato, le possibilità di sviluppo del paese e dell’integrazione nella regione - avverte - resteranno bloccate, l’Afghanistan resterà un paese isolato e potenziale 'safe heaven' per terroristi, con le conseguenze che questo comporterà a livello internazionale". "In questo caso, non penso che ci saranno conseguenze per le nostre relazioni commerciali con l’Uzbekistan, ma non sarà possibile lo sviluppo regionale tanto auspicato da tutti i players, e quindi molte opportunità saranno perse", conclude.

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