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Enogastronomia: da pannocchie arrosto a gnocco fritto, al via tour Streetfood

La rassegna della tradizione italiana del cibo da strada parte da Novara il 27 marzo.

'Pane ca meusa' siciliano
'Pane ca meusa' siciliano
12 marzo 2015 | 14.30
LETTURA: 4 minuti

Dalla farinata piemontese allo gnocco fritto emiliano, dalle pannocchie arrosto alle olive ascolane, resiste in Italia la tradizione del cibo da strada, che anzi in questi ultimi anni è stato riscoperto all'insegna dei valori del made in Italy. E anche quest'anno torna, con la quinta edizione, il tour del cibo di strada con più di trenta tappe programmate in tutto lo Stivale, che parte da Novara con un appuntamento fissato il 27, 28 e 29 marzo in piazza Puccini. Non solo: quest'anno il cibo di strada sarà visto anche come opportunità di lavoro per i più giovani, attraverso lo Streetfood Project.

Con centinaia di eventi in tutta Italia (in oltre 15 regioni), oltre 300 mila persone raggiunte, milioni di porzioni servite nelle piazze e nelle strade per avvicinare il grande pubblico al vero cibo di strada, l’associazione Streetfood (www.streetfood.it), è infatti ai nastri di partenza con il suo tour italiano dei cibi e cucine di strada.

Dopo le trenta tappe del tour 2014, Streetfood supererà il record e arriverà quest’anno a casa di tutti gli italiani, con il suo villaggio di cibi di strada per rappresentare la tradizione italiana abbinata al design e all’innovazione nel settore. Negli eventi, oltre alla qualità dei prodotti realizzati da chef professionisti e artigiani del gusto, sono previste anche attività culturali, convegni, promozione turistica e intrattenimento con show cooking, street bands, dj-set e concerti di musica 'live'. La partenza è a Novara in contemporanea con l’evento di Ascom 'Degusto Novara'.

"Lo street food è cultura - spiega Massimiliano Ricciarini, presidente dell’associazione Streetfood - e non si improvvisa e chi ha potuto partecipare agli eventi dello Streetfood Tour degli anni passati può confermare l’esperienza e la profonda conoscenza della storia, della tradizione e cultura del cibo di strada italiano oltre che mondiale. Oggi il cibo di strada è divenuto una moda, ma è l’associazione Streetfood che se ne occupa dal 2008, partendo nel 2010 con il primo evento dedicato a questo vero e proprio patrimonio nazionale".

L’associazione Streetfood si compone di persone di esperienza ma anche di giovani che hanno creduto nel progetto e che oggi sono ripagati con occupazioni lavorative. "Negli anni abbiamo visto che le aziende partecipanti agli eventi possono garantire impiego a chi si è trovato in difficoltà per effetto di una crisi economica ancora in essere", aggiunge Ricciarini.

Da questa riflessione, a fianco dell’Associazione, è sorta Streetfood Project, una realtà nata per lo start-up aziendale nel mondo del cibo di strada (www.streetfoodproject.it - pagina Streetfood Project su Facebook).

Sono molti i cibi di strada che negli anni l’associazione ha portato alla ribalta. Tra questi la farinata piemontese, pastin bellunese, gnocco fritto emiliano, pannocchie arrosto, piada romagnola, trippa e lampredotto da Firenze, pan co’ grifi da Arezzo, porchetta di Monte San Savino (Ar), panigacci di Podenzana (Ms), focacce liguri, pesce fritto nel cono, olive e fritto ascolani, arrosticini abruzzesi, bombette di Alberobello (Ba), patata tornado e caciocavallo impiccato.

Ma anche pizza fritta e pizza a portafoglio. Non può mancare poi lo street food palermitano come pane ca’ meusa, pane e panelle, arancine, cannoli e cassatine. Oltre agli italiani, Streetfood ospita cibi di strada stranieri dalla Spagna, all’Argentina, alla Grecia e il Marocco.

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